Omicidio cardiologo, conferenza stampa del Procuratore Salvatore Vella

I particolari sull’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo e dell’arresto dell’omicida Adriano Vetro sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa presso il comando provinciale Carabinieri di Agrigento in tarda mattinata. Presenti il procuratore capo, facenti funzioni, Salvatore Vella, il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, Vincenzo Bulla, il comandante del Reparto operativo Vincenzo Bulla, e il tenente Fabio Armetta, che comanda la Tenenza di Favara.

“Vetro è stato interrogato, ha raccontato la sua versione dei fatti, sostanzialmente, ha ammesso i fatti che gli vengono contestati, parlando del mancato rinnovo della patente di guida, che necessitava di alcuni certificati medici. Il dottore Alaimo stava semplicemente facendo il proprio mestiere, e in un contesto di difficoltà economica, e di non serenità da parte del soggetto, si è registrata la tragedia – ha detto il procuratore Vella -. Ma dobbiamo continuare a registrare una incredibile disponibilità, e facilità nel reperimento ed utilizzo di armi clandestine. L’Agrigentino è una provincia anomala rispetto al distretto di Corte d’Appello di Palermo, ed anomala rispetto al resto del contesto italiano”.

La pistola, calibro 7,65, che l’indagato favarese avrebbe utilizzato per uccidere il cardiologo è risultata essere rubata nel Catanese addirittura nel lontano 1979. Aveva delle munizioni nel caricatore, ma i carabinieri hanno anche sequestrato, già nel pomeriggio di ieri, anche altre decine di munizioni dello stesso calibro. L’omicidio non è avvenuto a seguito di una lite o di un momento di ira. “Sembra che sia stato predeterminato, e studiato con cura dal Vetro – ha chiarito l’attuale responsabile della Procura di Agrigento -. Stiamo parlando di fatti non ancora accertati naturalmente, verrà chiesta la convalida dell’arresto, e l’applicazione di una misura cautelare in carcere”.

“Non vi sono, ad oggi, elementi documentali dai quali ricavare che Vetro fosse gravato da una qualche patologia di carattere psichiatrico. Se verrà avanzato dalla difesa, e documentato potrà essere oggetto di un accertamento successivo”, ha concluso il procuratore Vella, in merito a quanto ieri sera è stato sostenuto dal difensore del bidello favarese, l’avvocato Santo Lucia.

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