OPERAZIONE “Nuova cupola”: iniziati gli interrogatori

Il presunto capo mafia Leo Sutera ha respinto le accuse, mentre altri due indagati hanno dichiarato di essere estranei ai fatti che gli vengono contestati, la gran parte degli indagati, invece, ha fatto scena muta. E’ l’esito degli interrogatori delle persone fermate martedì notte, dagli agenti della Squadra Mobile di Agrigento, nell’ambito dell’inchiesta “Nuova cupola” che ha permesso di smantellare i vertici delle cosche di Agrigento, Siculiana, Porto Empedocle, Raffadali e della Valle del Belice. Nel carcere di contrada Petrusa una quarantina di indagati sono stati ascoltati da quattro giudici per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, Valerio D’Andria, Alberto Davico e Ottavio Mosti, delegati dal Gip del Tribunale di Palermo, che ha firmato i fermi di polizia giudiziaria per 54 persone, su richiesta della Procura della Direzione distrettuale antimafia palermitana. Unico ad essere rinchiuso ed interrogato nel carcere di Sciacca è stato il presunto nuovo capo di Cosa nostra agrigentina il sambucese Leo Sutera, il quale ha dichiarato di non conoscere il boss trapanese Matteo Messina Denaro. Nella  casa circondariale di Agrigento, ha scelto la linea del silenzio il presunto braccio destro di Sutera, il palmese Francesco Ribisi, ritenuto a capo della locale famiglia mafiosa. Ribisi si è avvalso della facoltà di non rispondere.  Anche Giuseppe Lo Mascolo, 73 anni, di Siculiana, si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma l’avvocato difensore del siculianese ha presentato una documentazione medica, chiedendo che venga subito applicata una misura meno afflittiva a causa delle gravi patologie del pensionato. Altri due indagati Dario Giardina e Antonino Mazza, entrambi di Agrigento, hanno risposto alle domande del Gip, respingendo le accuse e dicendosi estranei all’organizzazione mafiosa. L’altro ieri per primo era stato interrogato Natale Bianchi, di Palermo, rimasto anche lui in silenzio.

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