OPERAZIONE “MONTAGNA” – 76 indagati e diversi comuni dell’agrigentino coinvolti

Le indagini sono durate due anni e sono state svolte, con il coordinamento della Dda di Palermo, dai carabinieri del reparto Operativo del comando provinciale di Agrigento allora coordinato dal tenente colonnello Andrea Azzolini. Ben 76 le persone iscritte nel registro degli indagati. Le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, sono: associazione mafiosa, traffico di droga, truffa, estorsione e un’ipotesi voto di scambio.
Per 48 dei 76 indagati il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo, Filippo Serio, ha disposto la custodia cautelare in carcere. Arresti domiciliari, invece, per 11 indagati e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per 4 indagati.
L’inchiesta “Montagna” – la più imponente mai realizzata sul territorio – ha permesso di disarticolare i vertici dei mandamenti e delle famiglie di Cosa Nostra. L’indagine dei carabinieri del reparto Operativo del comando provinciale di Agrigento, conclusasi all’inizio del 2016, ha “toccato” – per quanto riguarda l’Agrigentino – Favara, Licata, Grotte, Racalmuto, San Biagio Platani, Sciacca, Siculiana, Santa Elisabetta, Santo Stefano Quisquina, Cammarata, Cianciana, Casteltermini, San Giovanni Gemini, San Biagio Platani, Raffadali e Bivona.
Ma l’inchiesta ha riguardato anche i Comuni Palermitani di Caltavuturo, Palazzo Adriano, Cerda, Castronovo di Sicilia, Petralia Sottana, Polizzi Generosa e Chiusa Sclafani.

Indagati anche a Comiso nel Ragusano, a Nicosia nell’Ennese, a Caltagirone nel Catanese, e a San Cataldo, Vallelunga Pratameno, Mazzarino, nel Nisseno, e perfino a Palistena e Condofuri in provincia di Reggio Calabria.

 

 

 

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