Operazione “Ottavo Cerchio” – Corruzione a Messina, 11 arresti
Nell’Italia della nuova
Tangentopoli, ci sono imprenditori che scelgono di partecipare solo alle gare
d’appalto degli enti in cui hanno un amico. Così faceva il titolare di
un’azienda di Messina, che aveva addirittura stipulato un singolare accordo con
un funzionario del Genio Civile della città dello stretto: per ogni appalto che
mi fai vincere, ti pago 2.000 euro. Ma le indagini della squadra mobile,
coordinate dalla procura diretta da Maurizio de Lucia, hanno svelato
l’imbroglio. E questa mattina, è scattato un blitz nei confronti di 11 persone:
destinatari di una misura di arresti domiciliari sono un funzionario del Genio
Civile di Messina e il capo del Genio Civile di Trapani, Giancarlo Teresi,
quest’ultimo avrebbe intascato mazzette dall’imprenditore messinese quando si
trovò a fare il direttore dei lavori dell’appalto per il dragaggio del porto
canale di Mazara del Vallo, un’opera da 800 mila euro.
Le intercettazioni della polizia hanno registrato le tangenti in diretta, fra
il gennaio e il novembre dell’anno scorso. Al dirigente del Genio Civile
sarebbero stati offerti un soggiorno in albergo, una cena per i suoi amici e un
contributo di 700 euro per acquistare un’auto d’epoca. Al centro
dell’inchiesta, un imprenditore messinese, Giuseppe Micali, che invece è finito
in carcere. Pure per un appalto bandito dal Comune di Messina, e un funzionario
dell’amministrazione, Giuseppe Frigione, è ora ai domiciliari. Stesso
provvedimento per l’ex assessore comunale Giorgio Muscolino, 40 anni, in questa
inchiesta chiamato in causa come amministratore del complesso di edilizia
popolare “Sottomontagna” gestito dall’Agenzia per il risanamento di
Messina: avrebbe ricevuto una mazzetta da 400 euro per affidare i lavori di un
parcheggio.
C’era un gruppo di fedelissimi attorno allo spregiudicato imprenditore, che procacciava contatti nelle amministrazioni pubbliche, e anche notizie riservate. Una “talpa” è stata scoperta al palazzo di giustizia: ai domiciliari è finito un autista in servizio alla direzione distrettuale antimafia di Messina, Angelo Parialò, è accusato di corruzione. L’accusa: avere passato notizie sulle indagini in corso, ma anche informazioni sugli spostamenti dei magistrati.
Le persone arrestate stamani dalla polizia nell’operazione che è stata denominata Ottavo Cerchio con le accuse a vario titolo di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e fittizia intestazione di beni sono Antonino Bonaffini, 46 anni, Giuseppe Micali, 57, Marcello Tavilla, 48, Felice D’Agostino, 62, Pietro Ferrante, 53 anni, Cinzia Fiorentino, 52, Giovanni Fracalanza, 51, Giuseppe Frigione, 44, Giorgio Muscolino, 39, Angelo Parialò, 64, Giancarlo Teresi, 62. I primi tre sono in carcere gli altri ai domiciliari. É in corso di esecuzione il sequestro preventivo del complesso di beni e di utilità economiche della società Mareblu, formalmente intestato al Tavilla e a Bonaffini.