Operazione Waterloo, maxi blitz su Girgenti Acque: indagati Miccichè e Scoma.

C’è anche Gianfranco Miccichè tra gli 84 indagati dell’inchiesta Girgenti Acque. Il presidente dell’Ars, avrebbe ricevuto dal numero uno di Girgenti Acque all’epoca candidato per il partito Forza Italia alle elezioni regionali del 2017 “contributi elettorali, spese di viaggi e soggiorni in violazione a quanto previsto dall’art. 7 comma 2 Legge n. 195/1974, ovvero senza che fosse intervenuta la deliberazione dell’organo societario della Girgenti Acque S.P.A. e senza che i contributi fossero stati regolarmente iscritti nel bilancio della medesima società”. Oltre a lui tra gli indagati c’è anche il deputato Francesco Scoma, anche lui presunto destinatario di contributi elettorali e spese di viaggi e soggiorni. Tra gli altri politici c’è anche l’ex presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D’Orsi. Alla base delle indagini – hanno spiegato gli inquirenti – ci sono  d’intercettazioni telefoniche, ambientali e servizi di osservazioni, controllo e pedinamento, oltre a un’attenta attività di verifica di bilanci societari e flussi finanziari che ha permesso di intercettare i flussi di denaro anche verso i politici coinvolti.

“Rimango senza parole – la replica di Miccichè – Scopro di essere indagato per un finanziamento elettorale ricevuto, ma io ho comunicato tutti i finanziamento avuti, fino all’ultimo centesimo. Compreso quello di Girgenti Acque. Sono tutte fesserie. Ho qui davanti a me la delibera del 30 settembre del 2017. Bastava che la Procura di Agrigento alzasse il telefono e mi chiamasse per chiedermelo e io avrei mostrato tutti i documenti necessari. Invece, adesso sono costretto ad andare ad Agrigento in Procura per essere sentito. Poi, parliamo di lentezza della giustizia. In 27 anni che faccio politica prima o poi doveva succedere…”.

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