PALERMO – Bernardo Provenzano resta in carcere al 41 bis

Il tribunale di sorveglianza di Roma ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai legali del boss Bernardo Provenzano, che chiedevano la revoca del 41 bis per il capomafia per motivi di salute. Il padrino di Corleone dunque resta al carcere duro. 

Il tribunale non è entrato nel merito del ricorso limitandosi a una valutazione formale. I giudici, in sintesi, hanno sostenuto che il potere di revoca del 41 bis appartiene al ministro della Giustizia e che il tribunale di sorveglianza è tenuto a pronunciarsi solo sulla eventuale mancata revoca del carcere duro da parte del Guardasigilli. “Il reclamo deve avere ad oggetto un atto amministrativo di rigetto, sia esso formalizzato in un provvedimento o perfezionato nella procedura del silenzio – rifiuto” hanno scritto i magistrati.

Il ricorso è errato dunque “perché il dato letterale è della richiesta di revoca e non dell’impugnativa del rigetto del ministro e in ogni caso la mancata produzione documentale destinata a provare l’eventuale silenzio-rifiuto non consente di valutare nel merito il riesame che così come proposto non è ammissibile”. Il ministro della Giustizia decide sulle istanze relative al 41 bis dopo un’istruttoria curata dalla direzione generale dei detenuti del Dap guidata dal magistrato Roberto Piscitello.

“Seguo molto la situazione di salute” di Bernardo Provenzano, “devo essere certa che le condizioni di salute consentano” la detenzione con il 41 bis. “Attendo i referti medici, prima di prendere decisioni”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, a margine di un incontro a Via Arenula, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulla decisione del tribunale di sorveglianza di Roma, che ha dichiarato inammissibile il ricorso per la revoca del 41 bis a Provenzano, per motivi di salute.

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