PALERMO – Insegnante muore dopo il vaccino ASTRAZENECA. E l’Aifa chiamata a fare chiarezza

Non ce l’ha fatta. Cinzia Pennino, 46 anni e insegnante di scienze dell’istituto Don Bosco Ranchibile di Palermo, è deceduta dopo essere stata ricoverata in ospedale. Una decina di giorni fa la somministrazione di AstraZeneca. Dell’effettivo legame tra il decesso e il vaccino contro il coronavirus non c’è alcuna certezza. Saranno infatti gli accertamenti a fare chiarezza sull’accaduto. Al momento del ricovero, la professoressa amata da tutti era giunta al Policlinico di Palermo in condizione critiche. La diagnosi – scrive il Messaggero – era “una trombosi profonda estesa e una storia anamnestica nella quale è presente anche una somministrazione vaccinale”. Una situazione poi degenerata fino alla morte.

“L’intera Sicilia salesiana – scrivono i colleghi di Cinzia su Facebook – piangono la scomparsa di una persona speciale, una donna eccezionale con un cuore grande come la sabbia del mare. Una donna sapiente, generosa e allegra, impegnata a pieno titolo nella missione salesiana in Sicilia e in Africa dove grazie al Vis, di cui era membro attivo, ha visitato Madagascar e Senegal”. Il caso della donna, che non soffriva di alcuna patologia pregressa, è già stato segnalato dal Policlinico di Palermo alla magistratura e all’Aifa per quella che definiscono una morte sospetta. 

A Messina preoccupano le condizioni di una docente di musica di 55 anni di una scuola media, in coma profondo a causa di una trombosi.

Ma i casi sospetti in Sicilia non finiscono qui, tanto che sono almeno tre le indagini aperte. A Gela sono state sequestrate le cartelle cliniche di Zelia Guzzo, docente di 37 anni, di cui è stata dichiarata la morte cerebrale per  trombosi ed emorragia al cervello, e che si era sottoposta alla vaccinazione con AstraZeneca. E poi ci sono le inchieste di Catania e Messina

A Catania l’inchiesta riguarda Stefano Paternò, il sottoufficiale di 43 anni deceduto nella sua abitazione di Misterbianco, sedici ore dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino prodotto dall’Università di Oxford mentre la Procura di Messina vuole capire di più sulla morte per trombosi di Davide Villa, il poliziotto deceduto il 7 marzo, dodici giorni dopo essersi vaccinato anche lui con AstraZeneca. Sul caso di Villa dieci giorni fa si è pronunciato il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro secondo cui dai primi accertamenti “non sussistono fattori genetici predisponenti ad eventi trombotici a carico del Villa, mentre invece dalla storia clinica pregressa dello stesso risulta che questi rientrava nelle categorie per le quali è raccomandata la somministrazione di un diverso vaccino”.

Condividi
         
 
   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *