PALERMO – Droga alla Zisa: blitz con 23 arresti Il business nelle mani delle donne [VIDEO][FOTO]

I panieri calati dai balconi pieni di droga per servire i clienti ma anche i ‘cavalli’ ovvero coloro che poi smerciavano sul territorio gli stupefacenti. Nulla interrompa, alla Zisa, quartiere popolare e storico di palermo, l’attività più fiorente: lo spaccio.

Nel mese di gennaio del 2014, oltre un anno e mezzo fa, con l’operazione Horus i Carabinieri di Palermo avevano sgominato la banda che si occupava di questi traffici. 33 le persone che finirono in carcere. ma contrariamente a quanto si pensasse lo spaccio non si era arrestato. A prendere le redini erano state le donne dei trafficanti che avevano riorganizzato la rete e tenuto in piedi il commercio.

Le nuove indagini riguardano le piazze di spaccio nel quartiere “Zisa”, in particolare tra le vie Gualtiero Offamilio, Matteo D’Aiello, Bernardo Cabrera, Regina Bianca e Alcadino da Siracusa, monopolizzate dagli illeciti traffici dei malviventi che le presidiano quotidianamente, ad ogni ora, e divenuto punto di riferimento per qualsiasi soggetto che voglia acquistare facilmente dello stupefacente.

Sono 23 le persone raggiunte da ordinanze di custodia cautelare al terMine della nuova indagine: 15 agli arresti, 5 ai domiciliari 3 con obbligo di firma.

I Carabinieri hanno documentato centinaia di “cessioni”, per introiti giornalieri stimati in oltre 2.000 euro, che hanno portato, in pochi mesi di attività, a segnalare 22 persone alla Prefettura di Palermo quali assuntori di droga; arrestare 13 persone e denunciarne altre 13 per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti; sequestrare circa 2 kg di sostanze stupefacenti tra cocaina, eroina, hashish e marijuana per un valore complessivo di svariate migliaia di euro, oltre alla somma contante di 1.000 euro circa, provento dell’illecita attività di spaccio.

Nel territorio operavano due associazioni criminali: una spacciava “hashish” e “marijuana”, l’altra “cocaina” ed “eroina”. Entrambe erano dotate di strutture tendenzialmente gerarchiche per individuare le fonti di approvvigionamento della sostanza, condividere le basi logistiche utili per lo stoccaggio, il taglio ed il confezionamento al dettaglio della sostanza, piazzare sul mercato lo stupefacente e dividerne i frutti, accettando i conseguenti rischi di un’attività vista come un vero e proprio “lavoro” dai giovani pusher.

L’associazione dedita ad “hashish” e “marijuana” era guidata da Luca Giuardina e Umberto Machì, mentre quella operante nel settore della “cocaina” e dell’ ”eroina” era capeggiata da Antonino Stassi e Claudio Missaghi.

Dalle indagini, inoltre, è emersa la partecipazione di altre famiglie della zona dei traffici, come dimostrato dai diversi e stretti rapporti di parentela intercorrenti tra gli indagati, nonché dalle veementi reazioni di tutti gli abitanti del quartiere in occasione degli interventi dei Carabinieri.

Il traffico di droga costituiva l’unica vera e propria fonte di sostentamento di interi nuclei familiari residenti nel quartiere, per i cui componenti queste attività costituiscono la principale occupazione quotidiana. Questi interessi hanno assicurato la totale connivenza degli abitanti della zona, che avevano tutto l’interesse a non ostacolare le condotte illecite degli spacciatori.

La conduzione delle attività di spaccio nell’organizzazione che smercia eroina e cocaina, costituita dai membri delle famiglie Catalano, Missaghi e Cardinale, tutti tra loro imparentati era interamente a conduzione familiare. Il commercio illegale era mascherato dietro la gestione di un minimarket all’incrocio tra via S. De Perche e vicolo Alcadino da Siracusa.

Le immagini registrate dai Carabinieri hanno dimostrato come l’attività degli indagati si svolgesse in maniera frenetica nell’angusto vicolo, permettendo di delineare compiti e ruoli degli indagati, i quali, come api operose, si spostavano tra il minimarket e le proprie abitazioni per soddisfare le richieste degli acquirenti. La dinamica osservata è sempre la stessa e consiste nel ricevere l’ordinazione dal tossicodipendente in prossimità dell’esercizio commerciale, nel recarsi presso una delle abitazioni poste al civico 3 o al civico 4 del vicolo, comunicare l’esigenza ad un complice presente all’interno dell’abitazione e ricevere da questi la sostanza, frequentemente attraverso un paniere calato dal balcone, talvolta, invece, afferrando al volo le dosi lanciate, prima di consegnarle, in cambio della somma di denaro pattuita, al cliente.

L’uso del paniere ha rappresentato una costante per i trasferimenti dello stupefacente, soprattutto nel caso degli indagati già sottoposti agli arresti domiciliari. Allo stesso modo è stata rilevata la procedura di approvvigionamento delle scorte di droga, sovente fornite da Stassi al Missaghi e da questi agli altri complici, così come significativo è l’apporto fornito dalle donne delle famiglie, sempre pronte a spostare droga e denaro all’interno di un borsello fucsia dal minimarket alle abitazioni.

L’associazione dedita allo spaccio di hashish e di marijuana ha, invece, stabilito il suo centro nevralgico all’interno del condominio di via Re Tancredi dove risiede Luca Giardina, per il quale nemmeno gli arresti domiciliari cui era sottoposto hanno rappresentato un freno per la gestione delle attività illegali. Proprio dalla finestra dell’abitazione di Giardina, al piano terra, sono stati registrati interessanti incontri tra gli indagati, rilevando come l’arrestato domiciliare fosse solito scavalcare quella finestra per rientrare repentinamente nell’abitazione in caso di allarme.

I gruppi erano dotati di vari nascondigli utilizzati dai pusher, predisposti nelle immediate vicinanze della zona di spaccio (motorini, usci delle porte, segnali stradali, passaruota delle auto, grondaie, fori nei muri e nei marciapiedi, persiane, aiuole), dove provvedevano a depositare periodicamente il denaro provento delle cessioni e le dosi di stupefacente.

Nella piazza operavano costantemente, su turni giornalieri (mattina – pomeriggio – sera), 2 o 3 persone che fungevano da “pusher”, “cassieri/rifornitori” e “vedette”. Per rendere più complessa l’individuazione del traffico, gli spacciatori operavano in totale sintonia tra loro effettuando gli scambi sotto la stretta sorveglianza delle vedette che provvedevano sia ad avvertire del passaggio di pattuglie delle Forze dell’ordine che ad indirizzare gli acquirenti altamente “fidelizzati”, come testimoniano scene di soggetti che, dopo essere stati fermati e segnalati per uso personale dai militari, tornavano a comprare la droga.

Tra l’altro è emerso come, in una perfetta logica di mercato, acquistando maggiori quantitativi si ottenessero sconti sul prezzo: infatti a fronte dei 15 euro pagati per una dose da ¼ di grammo, il costo di una dose da 1 grammo era di appena 30 euro.

Al termine della vasta operazione, gli arrestati, a seguito delle formalità di rito, sono stati trasferiti nel carcere di “Pagliarelli” o sottoposti alle misure cautelari degli arresti domiciliari o dell’obbligo di presentazione alla P.G..

Ecco gli arrestati nell’operazione antidroga Horus 2 dei carabinieri di Palermo:

Domenico Bertolino, palermitano di 20 anni residente in Via Cipressi n.78; Giuseppe Buttafuoco 26 anni residente in Via Offamilio Gualtiero n.27 ma di fatto domiciliato in vicolo Seidita n.4; Antonio Catalano 26 anni residente in vicolo Alcadino da Siracusa n.3;m Natale Catalano, 63 anni residente in vicolo Alcadino da Siracusa n.3; Luca Giardina, 33 anni residente in Via Re Tancredi n.86; Gianluca Giordano, 26 anni  residente in Via Regina Bianca n.16, di fatto domiciliato in via Regina Bianca n.4; Umberto Machì 28 anni residente in Vicolo Alcadino da Siracusa n.8; Pietro Messina 23 anni residente in Via alla Grotta Danisinni n.1; Salvatore Messina, 24 anni residente in Via alla Grotta Danisinni n.10, di fatto domiciliato in via Bernardo Cabrera n.29; Claudio Missaghi 28 anni residente in Via Re Manfredi n.15, da fatto domiciliata in via S. de Perche n.1; Raimondo Pedalino, 24 anni residente in Via Castellana n.123; Alessio Scafidi, 23 anni residente in Via Antiocheno Ammiraglio n.4; Benedetto Scafidi, 27 anni residente in Via Antiocheno Ammiraglio n.4; Antonino Stassi, 26 anni residente in Vicolo Alcadino da Siracusa n.10; Laura Tarallo , 46 anni residente in Vicolo Alcadino da Siracusa n.3.

Agli arresti domiciliari sono invece finiti: Giovanna Solange Cardinale, 22 anni residente in Vicolo Alcadino da Siracusa n.4;Pietra Jessica Cardinale, 26 anni residente in Via Re Manfredi n.15, da fatto domiciliata in via S. de Perche n.1; Salvatore Catalano, 23 anni residente in Via Cipressi n.42; Damiano Giordano, 52 anni residente in Via Colonna Rotta n.125; Alessandro Genuardi, 26 anni residente in Cortile Montechiaro n.2.

Infine tre le ordinanze di presentazione alla polizia giudizia per obbligo di firma a carico di Giovan Battista Cardinale, 63 anni residente in Vicolo Alcadino da Siracusa nr. 4; Gianluca Cascino, 27 anni residente in via Bernardo Cabrera n.8 e Nazareno Davide La Corte, 20 anni residente in Cortile Balate n.16;

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