PALERMO – Le slot machine di cosa nostra Affare da un milione al mese: 31 arresti [VD TG]
Nicolò Giangreco
Un milione di euro al mese con le scommesse clandestine. Più di duecento uomini del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Palermo hanno setacciato la città nel corso di un’operazione che colpisce centri di scommesse clandestine che sarebbero stati al servizio di cosa nostra.
Un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 31 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, riciclaggio, auto riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla raccolta abusiva di scommesse ed alla truffa ai danni dello Stato, stupefacenti e altro.
E’ Benedetto Bacchi, uno dei maggiori imprenditori italiani nel settore dei giochi e delle scommesse, il personaggio chiave dell’inchiesta della Dda di Palermo che oggi ha portato a 31 arresti. Bacchi è finito in cella con le accuse di concorso in associazione mafiosa e riciclaggio del denaro dei clan. Dalle indagini è emerso un vero e proprio “contratto” tra cosa nostra palermitana e l’imprenditore, riuscito secondo le indagini, con l’appoggio delle famiglie mafiose, a monopolizzare il settore.
Bacchi avrebbe realizzato una rete di agenzie di scommesse abusive, più di settecento in tutta Italia, capaci di generare profitti per oltre un milione di euro al mese.
Parte di queste somme, tra i 300 e gli 800 mila euro l’anno, veniva poi distribuita alle cosche.
Tra gli arrestati, spicca il nome di Francesco Nania, considerato socio occulto di Bacchi e capo della famiglia mafiosa di Partinico, che, grazie alla complicità di Michele De Vivo, insospettabile commercialista campano che avrebbe fatto da prestanome, era anche riuscito a creare un fiorente mercato di import-export di prodotti alimentari con gli Stati Uniti.
È stata in parte ricostruita la movimentazione degli enormi flussi di denaro provenienti dal gioco illecito e sequestrati immobili, società e conti correnti bancari di Bacchi e di alcuni complici, per diversi milioni.
Chiuse e sequestrate più di 40 agenzie di scommesse in tutta Italia con il marchio di proprietà di Bacchi.
Nania parlava, non sapendo di essere intercettato, della sua attività di import-export di prodotti agroalimentari con gli Usa. L’interlocutore era il commercialista, anche lui finito in manette, Michele De Vivo.
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