PALERMO – Omicidio Salvato, confessa lo zio della vittima

“Abbiamo eseguito un di fermo, su disposizione della Procura della Repubblica di Palermo, per Alfonso Vela, di 43 anni , zio di Dino Salvato. I motivi che stanno alla base dell’omicidio sono assolutamente futili e riguardano delle diatribe personali fra i due che vivevano di lavori saltuari come la raccolta del ferro”.

Lo ha spiegato il capo della squadra mobile di Palermo, Rodolfo Ruperti, chiarendo il contesto in cui è morto Dino Salvato ieri sera in fondo Picone a Palermo.

“Già da ieri sera avevamo forti sospetti su Alfonso Vela ma abbiamo avuto difficoltà a rintracciarlo. All’interno della Smart di Vela abbiamo recuperato dei documenti oltre che della vittima anche di una persona amica della vittima. L’amico e testimone oculare si era rifugiato, ma poi siamo riusciti a trovarlo. Anche questa persona era coinvolto in questa diatriba di natura personale che era nata tra Vela e Salvato. La vittima è stata uccisa a colpi di pistola. Siamo riusciti questa mattina a recuperare l’arma del delitto. Il luogo dove era nascosta una calibro 22 con matricola abrasa è stato indicato da Vela stesso”.

Alla base della lite ci sarebbe stata la condivisione su Facebook di un link che riportava la notizia di un sequestro di materiale ferroso che era stato fatto a Vela ed era postato sul social network. Vela ha pensato che Salvato avesse denunciato alla polizia i fatti, che avevano poi portato al sequestro.

Negli scorsi giorni c’erano già stati degli scontri  tra zio e nipote ed era volato già qualche schiaffo. Ieri sera il triste epilogo della vicenda. “I parenti della vittima non hanno collaborato, anzi hanno tentato di alterare la scena del crimine, spostando la Smart di Salvato dalla scena del crimine. L’auto è stata spostata sotto casa sua poco distante dal luogo del delitto – ha concluso Ruperti- Ieri sera Vela non era rintracciabile, ma si è sentito braccato, si è presentato alla polizia e ha fornito una prima confessione. Salvato è morto per un colpo di pistola alla testa”.

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