PALERMO – Parcella di nove milioni di euro per la stima del patrimonio di Aiello

Venne incaricato dai pm di Palermo di ricostruire e quantificare il patrimonio del “re Mida” della sanità siciliana Michele Aiello, condannato per mafia, in vista del procedimento di confisca dei beni. Un lavoro per cui ora Vincenzo Di Liberti, commercialista e consulente della Procura, ha presentato un conto decisamente salato: 9 milioni e 740 mila euro.

La Procura – il titolare del procedimento di prevenzione è il pm Geri Ferrara – gliene ha liquidati 190 mila: una somma stabilita anche tenendo conto che al collegio peritale nominato dai giudici per la medesima valutazione, composto da tre esperti, il tribunale ha liquidato un milione. Ma al consulente la parcella decisa dal magistrato non è parsa equa. Tanto che ha fatto opposizione davanti al presidente del tribunale del capoluogo dando il via a un contenzioso civile.

Del caso – la prima udienza è stata celebrata – è stato delegato il giudice Carimi che si è riservato di decidere. A difendere il pm dall’azione del commercialista è l’avvocato dello Stato Fabio Caserta che nella sua memoria parla di “compensi così esorbitanti e distanti dalla realtà dei compensi dei professionisti del settore e delle prestazioni intellettuali in genere da lasciare esterrefatti”.

L’avvocato dello Stato bacchetta poi il commercialista per avere trasformato l’incarico “in un vero e proprio business. E questo è tanto più assurdo – scrive Caserta – di questi tempi, nei quali sono imposti sacrifici a tutte le categorie”. Il patrimonio di Aiello, ritenuto il prestanome del boss Bernardo Provenzano, e recentemente ai domiciliari per motivi di salute, venne valutato in circa 800 milioni di euro. In primo grado i giudici ne decisero la confisca. Il procedimento pende ora in appello.

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