Partite comprate, arrestato Pulvirenti [VIDEO1][VIDEO2]

Operazione ‘I treni del gol’: la Polizia ha eseguito sette ordinanze di custodia cautelare nei confronti di dirigenti del Catania che avrebbero comprato cinque partite del campionato di calcio di Serie B appena concluso per consentire alla squadra di vincere ed evitare così la retrocessione. Perquisizioni sono in corso da parte della Polizia anche a Roma, Chieti, Campobasso.

Nel blitz sono stati arrestati il presidente del Catania, Antonino Pulvirenti, il suo vice Pablo Cosentino e l’ex direttore sportivo rossazzurro Daniele Delli Carri. La Digos della questura gli ha notificato un provvedimento agli arresti domiciliari per truffa e frode sportiva.

Gli altri quattro indagati posti agli arresti domiciliari sono Giovanni Luca Impellizzeri, di 44 anni, agente di scommesse sportive online; Piero Di Luzio, di 51 anni, tesserato del ‘Genoa Cricket and Football Club’; Fabrizio Milozzi, di 44 anni, di Roma, e Fernando Antonio ‘Michele’ Arbotti, 55 anni, procuratore sportivo e agente Fifa. I provvedimenti sono stati eseguiti da polizia di Stato e Digos in collaborazione con la polizia postale. In tutto sono 19 le persone indagate.

I dirigenti arrestati sono accusati, a vario titolo, di frode in competizioni sportive e truffa: avrebbero comprato le partite alterando così i risultati degli incontri della squadra etnea e l’esito stesso del campionato.

“L’inchiesta nasce dal fatto che il presidente del Catania Calcio era pressato dai tifosi, temeva anche per la sua incolumità e si è rivolto alla Procura”, ha detto il procuratore di Catania, Giovanni Salvi, durante la conferenza stampa in tribunale a Catania. “Le indagini hanno in realtà preso un filone diverso che ci ha portato a questo risultato, cioè all’individuazione di partite quasi tutte consecutive che sono state comprate con i risultati in favore del Catania. Riteniamo che almeno 5 partite, forse 6, siano state truccate attraverso il pagamento di somme di denaro che si aggiravano sui diecimila euro”.

“Naturalmente lavoriamo anche sull’ipotesi che questo abbia delle implicazioni sulle scommesse clandestine – ha continuato Salvi -. Infatti sono stati anche segnalati degli improvvisi sbalzi nelle quotazioni che possono indicare operazioni anomale derivanti dalla conoscenza e dalla consapevolezza che il risultato sarebbe stato già noto”.

Le partite sotto inchiesta sono tutte del 2015: Varese-Catania del 2 aprile (0-3), Catania-Trapani dell’11 aprile (4-1), Latina-Catania del 19 aprile (1-2), Catania-Ternana del 24 aprile (2-0), Catania-Livorno del 2 maggio (1-1). Accertamenti sono in corso anche su Catania-Avellino del 19 marzo terminata 1-0.

L’inchiesta sarebbe nata dopo l’ennesima sconfitta del Catania con la Virtus Entella e poco prima della partita fuori casa col Varese: “I ‘treni in arrivo’ erano i giocatori da avvicinare e gli orari di arrivo le maglie che i giocatori avrebbero indossato in campo. Così come accertato per la partita contro il Varese”, ha aggiunto Salvi.

Il modus operandi, verificato attraverso un’attività di intercettazioni telefoniche ma anche di videoregistrazioni, era sempre lo stesso, spiega Salvi: “Il presidente Pulvirenti, ottenuto l’ok da Impellizzeri, contattava Delli Carri, il quale a sua volta sentiva il procuratore sportivo Arbotti, colui che effettivamente aveva le conoscenze per avvicinare i calciatori sensibili alle offerte di denaro”.

Il capo della procura della Figc, Stefano Palazzi, ha già aperto un procedimento sul caso Catania. Palazzi ha chiesto alla Procura etnea gli atti dell’inchiesta.

“Durante le indagini – ha spiegato il questore Cardona – è emerso che l’organizzazione criminosa nata per salvare il Catania, una volta raggiunto l’obiettivo, si era spinta addirittura nel cercare la qualificazione ai play off e successivamente nel combinare risultati per scommesse sicure, fino a raggiungere poste che raggiungevano anche 15 volte la puntata stessa”.

I giocatori coinvolti sono cinque: Alessandro Bernardini del Livorno, Riccardo Fiamozzi del Varese, Luca Pagliarulo del Trapani, Antonino Dai del Trapani e Matteo Briscagin del Latina.

In altro contesto risulta indagato anche Pietro Lo Monaco, proprietario del Messina Calcio, il ds Fabrizio Ferrigno e l’ad Alessandro Failla per la partita sospetta Messina-Ischia.

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