Alle 24 del 26 maggio prossimo Pino Maniaci tornerà a essere un uomo completamente libero. La decisione del Tribunale del Riesame arriva in serata a certificare l’errore della cancelleria. Al giornalista di Telejato sono stati notificati atti che riguardavano l’indagato di un’altra inchiesta. Al collegio presieduto da Salvatore Scaduti non è rimasto altro da fare che dichiarare inefficace la misura cautelare che imponeva a Maniaci di soggiornare lontano dalle province di Palermo e Trapani.
Ad eccepire la nullità sono stati i legali del giornalista, gli avvocati Bartolomeo Parrino e Antonio Ingroia. La legge prevede che il Riesame decida sulle istanze dei difensori entro dieci giorni dal deposito della richiesta che in questo caso era datata 16 maggio. Dalla notifica della fissazione dell’udienza alla celebrazione dell’udienza stessa devono passare tre giorni. A conti fatti, il primo giorno utile sarebbe stato il 27 maggio e cioè oltre il limite consentito dalla legge.
Si tratta di un questione procedurale che, se da un lato fa decadere la misura cautelare chiesta dalla Procura ed emessa dal giudice per le indagini preliminari, dall’altro nulla cambia nel merito delle accuse. Accuse che avevano superato il primo scoglio di valutazione quando Fernando Sestito, lo stesso gip che aveva imposto a Maniaci il divieto di dimora, aveva confermato la misura anche dopo l’interrogatorio di garanzia. Secondo il giudice, non erano emersi elementi di novità da “incidere, allo stato delle attuali acquisizioni investigative, sulla sostanza del quadro di gravità indiziaria”. Non conosceremo il giudizio del Riesame, la cui valutazione nel merito è stata stoppata dall’eccezione di nullità avanzata dai legali.
Maniaci resta indagato per estorsione nei confronti dei sindaci di Borgetto e Partinico: avrebbe preteso da loro denaro e favori in cambio una linea soft della sua tv. Il giornalista seguirà senza alcuna limitazione della sua libertà l’evoluzione dell’inchiesta. Da un lato ci sono le accuse della Procura raccolte sulla base delle intercettazioni dai carabinieri del gruppo di Monreale e da cui emergerebbe la figura di un giornalista che, sfruttando la sua immagine di paladino della legalità, avrebbe utilizzato la sua emittente per fini illeciti. Dall’altro la difesa accorata del giornalista, secondo cui il senso delle sue parole sarebbe stato travisato. Di più, strumentalizzate dai “poteri forti” per “gettare fango” sulla sua sua persona e le sue inchieste scomode che hanno tirato in ballo anche la magistratura. In particolare, quelle sulla sezione per le Misure di prevenzione e, più di recente, sulla Fallimentare. Le intercettazioni, però, hanno fatto notare gli investigatori, sono precedenti all’esplosione del caso Saguto. Dalle 24 di giovedì prossimo per Maniaci verrà meno ogni limitazione. Potrà anche tornare a condurre il telegiornale.
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