PORTO EMPEDOCLE – Anna Messina:”Mai aiutato Cosa Nostra”

“Io non sono mafiosa”. Così all’udienza preliminare del processo, che vede imputati il capomafia di Porto Empedocle, Gerlandino Messina, 41 anni e la sorella Anna Messina, 35 anni, finita agli arresti domiciliari con l’accusa di avere fatto da “messaggera” al fratello durante gli anni di latitanza, ha detto l’imputata, che ha voluto rendere dichiarazioni spontanee.

Per i pubblici ministeri della Dda di Palermo, Rita Fulantelli ed Emanuele Ravaglioli, Anna Messina è stata il punto di riferimento del fratello, nonché boss Gerlandino. E così, davanti al Gup del Tribunale di Palermo, Riccardo Ricciardi, Anna Messina, assistita dall’avvocato Salvatore Pennica, ha raccontato la sua verità: “Sono stata arrestata nel Febbraio del 2014 perché accusata di avere concretamente contribuito, pur senza farne parte alla realizzazione degli scopi dell’organizzazione di tipo mafioso Cosa Nostra ed in particolare delle articolazioni territoriali operanti nella zone di Porto Empedocle.Oggi ho deciso di difendermi di fronte al Giudice naturale e prendo la parola per difendere la mia dignità di donna, soprattutto di mamma, ed affermare la mia innocenza ai fatti contestati. Subito dopo l’arresto sono stata oggetto di interviste da parte di esponenti dell’arma dei carabinieri che hanno tratteggiato attraverso i media la mia figura come donna mafiosa.

Affermo con serena e calma determinazione di non essere mafiosa, non lo sono mai stata, e gli unici rapporti che avevo con mio fratello, Gerlandino, sono stati prettamente familiari così come spiegherò dando chiarezza e significato al contenuto dello scritto sequestrato nel covo dove egli è stato arrestato.

Non ero al corrente di ciò che mio fratello faceva o non faceva durante la latitanza, seppur nè in questa nè in altra sede intendo rinnegare il mio sentimento di affetto che è costituito dall’essere fratelli e dalla legge naturale. Ho inizialmente negato, avanti i carabinieri, di essere l’autrice della lettera perché nell’invito di convocazione non era richiesta nè indicata la presenza dell’avvocato. Ho quindi pensato che fosse uno dei tanti colloqui legati allo status di mio fratello Gerlandino così come in passato ero stata sottoposta. Quando mi presentarono la lettera davanti e mi venne chiesto se la lettera l’avessi scritta io, inconsapevole di ciò che mi stava accadendo e presa dal panico dissi di no poiché non venni resa edotta del mio status di indagata”. Il processo riprenderà il prossimo 19 novembre: Anna Messina ha scelto di essere giudicata con il rito abbreviato condizionato; Gerlandino Messina ha optato per il giudizio ordinario.

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