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Posta su Facebook foto del proprio seno: «Attenzione alle fossette»

Il linguaggio è quello dei social media, che sempre più spesso diventano un mezzo per fare prevenzione e informazione sui tumori, raggiungendo con la velocità di un click centinaia di migliaia di persone. Così la 42enne britannica Lisa Royle ha pensato di condividere la sua storia e lo scorso 11 maggio ha postato immagine e commento sul suo profilo Facebook: «Non avrei mai pensato di pubblicare una foto delle mie tette, ma ho deciso di farlo prima che vengano sferruzzate settimana prossima». Ad oggi, potenza di internet, il messaggio ha ricevuto oltre 46.200 «mi piace», 75 commenti ed è stato condiviso da altre 72mila persone. Un enorme successo, soprattutto se si considera che la foto è assai casta e completamente incentrata su quelle «leggere fossette» sotto il seno che hanno impensierito Lisa e l’hanno spinta giustamente a farsi vedere da un medico. La mamma di Manchester ha raggiunto il suo scopo: informare il più largo numero di persone sui possibili segnali della presenza di un carcinoma mammario.

Tutti i sintomi sospetti a cui fare attenzione

«In genere le forme iniziali di cancro al seno non provocano dolore – spiega Lucia del Mastro, oncologa esperta in senologia, direttore dell’Unità Sviluppo Terapie Innovative al San Martino-Istituto Tumori di Genova e membro del comitato scientifico di Fondazione Umberto Veronesi -. Basta fermarsi 5 minuti una volta al mese davanti a uno specchio e guardarsi il seno, facendo autopalpazione alla ricerca di noduli (senza spaventarsi troppo, nella stragrande maggioranza dei casi sono lesioni benigne, come le cisti) e prestando attenzione a qualsiasi variazione del tessuto mammario: un nuovo nodulo sotto l’ascella, un gonfiore del seno o di una sola parte, un’irritazione della pelle del seno o un arrossamento nella zona capezzolo. E ancora alterazioni del capezzolo (in dentro), perdite da un capezzolo solo (se la perdita è bilaterale il più delle volte la causa è ormonale), cambiamenti della pelle (aspetto a buccia d’arancia localizzato, come nel caso di Lisa Royle) o della forma del seno. In presenza di uno o più di queste «anomalie» non bisogna perdere tempo, andare da un medico che prescriverà gli esami del caso (ecografia, mammografia o risonanza magnetica) e la visita con un senologo».

Per le 40enniprogrammi di prevenzione su misura

Il post di Lisa ha raccolto grandi incoraggiamenti e commenti entusiasti: ringraziamenti per il suo coraggio, per la forza che ha dimostrato nel condividere la sua malattia e soprattutto per l’utilità dell’informazione sulla diagnosi precoce. Molte donne, infatti, ammettono che non sapevano che quelle «fossette» sulla pelle, simili alle grinze a buccia d’arancia della cellulite, possono essere spia della presenza di un tumore. Craig Royle, marito della giovane donna, scrive di essere molto orgoglioso del gesto e pochi giorni fa (il 18 maggio) ha fatto sapere che l’operazione è andata bene e che Lisa è tornata a casa, a Manchester. «Ogni anno in Italia sono circa 46mila i nuovi casi di cancro al seno: l’80 per cento riguarda donne con più di 50 anni, ma l’incidenza nelle 30-40enni è in crescita – conclude Del Mastro -. Se la diagnosi è precoce le probabilità di guarire definitivamente sfiorano il 90 per cento. Quindi è fondamentale che le donne partecipino agli screening gratuiti con mammografia (attivi dai 50 anni in poi). Mentre per le 40enni molti specialisti concordano sul fatto che il programma di prevenzione (per tempistica dei controlli e tipologia di esame, se ecografia o mammografia eventualmente abbinate a risonanza magnetica) debba essere elaborato «su misura» , tenendo conto dei vari fattori di rischio che ha ogni donna (valutando, ad esempio, i casi precedenti in famiglia, la presenza di mutazioni genetiche, obesità o sovrappeso) o della presenza di fattori “protettivi” (come il numero di figli avuti e a quale età o se sono stati allattati) e valutando anche le caratteristiche anatomiche delle mammelle, molto diverse da donna a donna e nella stessa donna a diverse età».

FONTE. CORRIERE.IT

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