“Presidente Ars del M5s” Ma Cancelleri propone la Raia

PALERMO – “Dobbiamo dare alle opposizioni la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana. Penso a Musumeci o a Cancelleri. Non escludo di discuterne con il Movimento 5 Stelle”. Fa tremare i vecchi apparati di partito la proposta del presidente dei senatori Udc e segretario regionale dei centristi siciliani Gianpiero D’Alia, rilasciata in una intervista al quotidiano La Repubblica. “Il primo elemento di discontinuità che dobbiamo fornire è il modo in cui si maneggiano le istituzioni”, aggiunge D’Alia. “Un tempo chi vinceva prendeva tutto” ma “quel sistema era malato, non funziona più”. 

LA RISPOSTA. “Presidenza assemblea al movimento Cinque stelle? No, grazie. Temo che questa proposta sia fatta per bloccare una voce libera fuori dal coro. Vogliamo parlare di progetti, non di poltrone – risponde il portavoce del M5S, Giancarlo Cancelleri -. Quello di presidente dell’Ars è un ruolo ingessato, istituzionale, ha pochi margini di manovra. Noi intendiamo portare all’Ars progetti nuovi”.

Il Movimento CinqueStelle dunque rifiuta e propone Concetta Raia, deputato del Pd uscente e riconfermata dalle urne. “E’ donna e tra le elette ha ottenuto il maggior numero di voti, 9.763 – dice il portavoce di M5S, Giancarlo Cancelleri -. Abbiamo fatto un piccolo report, Raia è una persona per bene e ha un importante esperienza sindacale. Sarebbe un segnale importante, un ulteriore messaggio di innovazione in una Regione che ha eletto un governatre omosessuale dichiarato e impegnato nella lotta alla mafia, oltre a un numero considerevole di donne all’Ars come non era mai successo in passato. Affidare a una donna la guida dell’Assemblea sarebbe in linea col cambiamento in atto”. Cancelleri esclude, invece, che sia una donna tra le elette in Parlamento a poter assurgere al ruolo di presidente. “Noi vogliamo lavorare alle proposte, non ci seducono le poltrone”.

RAIA LUNSINGATA. Chiamata in causa, la Raia si dice “lusingata e sorpresa positivamente, ringrazio i Cinquestelle. Ma è chiaro che una simile proposta va valutata con tutta la coalizione, non può essere una cosa sporadica. Comunque è un fatto nuovo e importante che si cominci a parlare di donne in ruoli di responsabilità”.

La deputata del Pd ricorda che durante la legislatura appena conclusa, l’Assemblea bocciò con voto segreto la proposta della doppia preferenza di genere. “Allora eravamo tre donne, adesso siamo in 15”. E considera ormai maturi i tempi per compiere scelte nuove. “Serve una grande discontinuità, siamo giunti alla fine di un’era, il cambiamento va assecondato, lo vuole la gente e la politica deve saperlo interpretare nell’accezione più ampia, altrimenti verrà travolta”. Quindi cita il neo presidente della Regione Rosario Crocetta: “Ha detto che gli piacerebbe avere il 50% di donne nella sua giunta, cinque anni fa questo era impensabile”.

IMPAURITI. La proposta di D’Alia suscita comunque grandi dissensi e una certa paura tra i politici siciliani. Il deputato di Grande Sud Michele Cimino, il più votato ad Agrigento e il cui nome nei giorni scorsi è circolato, proprio per ricoprire la stessa carica all’interno della nuova Ars, è categorico: “Proporre la candidatura di un esponente grillino alla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana significa solo voler fare confusione con la politica del carciofo… Secondo me per fare il presidente dell’Ars ci vuole un pò di esperienza e non mi pare che i grillini ne abbiano – spiega Cimino, che in passato ha ricoperto il ruolo di assessore regionale -. Il Parlamento siciliano è molto articolato e complesso”.

“In ogni caso, se i grillini dovessero accettare la proposta allora vuol dire che dovranno chiudere un patto con il Pd e l’Udc, cioè un accordo politico…”. Per Cimino sarebbe “più naturale che si crei un cartello di maggioranza e si avanzino delle proposte per la presidenza dell’Ars”.

Basito anche un altro politico di vecchio corso, Totò Cordaro del Pid. “Resto senza parole. Dice un detto siciliano: va bene il vento in chiesa ma non fino a spegnere le candele e restare al buio… Pur volendo valutare la proposta di D’Alia in buona fede, evidentemente non ha cognizione del fatto che per fare il presidente dell’Assemblea regionale siciliana bisogna conoscere i meccanismi di Sala d’Ercole, avere esperienza, spirito di mediazione e la necessaria competenza. Che è cosa diversa da coloro che hanno sì ottenuto la rappresentanza del popolo come i grillini, ma sono tutti giovani e inesperti e non sanno come funziona il meccanismo a Palazzo dei Normanni”.  Alla domanda su chi propone il Pid alla Presidenza dell’Ars Cordaro allarga le braccia: “La presidenza della Regione e la sua maggioranza devono fare un ragionamento al loro interno. Chi vince, governa”.

CROCETTA. Sulla questione interviene anche il neo governatore Rosario Crocetta: “Voglio che il nuovo presidente dell’Ars e il vice presidente siano eletti dall’Assemblea democraticamente, come segno di una politica che non sia più rissa ma libero confronto tra tutti i gruppi parlamentari, per risanare la Sicilia e risalire la china. Questo è il lavoro che dovrà fare la nuova Ars che deve contribuire a cambiare l’immagine della Sicilia”.

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