PROCESSO NUOVA CUPOLA – Maurizio Di Gati mette “ombre” su due parti civili

Il collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati irrompe al processo “Nuova Cupola”.

L’ex capomafia è stato ascoltato ieri collegato da un sito riservato con l’aula bunker del carcere Petrusa ha dichiarato che “I fratelli Mancuso di Grotte erano molto vicini al boss Vincenzo Licata, quando hanno aperto la fabbrica di gelati, Licata andava e veniva”. Ombre pesanti anche su Giovanni Milioti, fratello di Carmelo, braccio destro dello stesso Di Gati, ucciso il 13 agosto del 2003 in un salone da barba. “Il favarese Giovanni Milioti era un uomo di Favara su cui potevo contare, dopo l’omicidio di suo fratello voleva vendicarsi contro Giuseppe Falsone”. Di Gati parla anche dell’imprenditore lampedusano Domenico Cucina,  così come i fratelli Mancuso parte offesa e parte civile al processo. La ditta di Cucina con sede a Villaseta, che operava verso le Pelagie avrebbe subito estorsioni e intimidazioni dalla famiglia di Porto Empedocle, “Quando c’ero io – ha affermato Di Gati -, raccoglieva a Lampedusa le estorsioni per conto di Gerlandino Messina”.

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