Provenzano tenta suicidio in carcere

Il superboss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano ha tentato la scorsa notte il suicidio nel carcere di Parma. Lo apprende l’Ansa da fonti qualificate. Provenzano è stato salvato da personale della polizia penitenziaria.

Il fatto è avvenuto nella tarda serata di ieri nell’area riservata del carcere parmense. Provenzano, che era a letto, ha infilato la testa in una busta di plastica con il proposito di uccidersi. In uno dei ripetuti controlli, si è subito accorto del fatto un poliziotto penitenziario del Gom (Gruppo Operativo Mobile), il quale è intervenuto, evitando il suicidio. Del fatto sono stati informati l’autorità giudiziaria e il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria.

Bernardo Provenzano, 79 anni lo scorso 31 gennaio, è detenuto da quasi un anno nel carcere di Parma. La quarta sezione della Corte d’appello di Palermo ne dispose il trasferimento da Novara. I giudici, considerate le precarie condizioni di salute del padrino mafioso arrestato l’11 aprile 2006 dopo 43 anni di latitanza, accolsero la richiesta del procuratore generale Carmelo Carrara, ritenendo che avesse bisogno di una struttura adeguata dal punto di vista clinico. Il carcere di Parma è infatti dotato di un centro clinico e nelle sue vicinanze c’è un reparto ospedaliero per detenuti.

Numerosi, nei mesi scorsi, gli appelli dei legali del boss: “È molto malato, rischia la morte ogni giorno. Basta col 41 bis. Venga detenuto ma in condizioni civili”, era stato l’appello, lo scorso settembre, dell’avvocato Rosalba Di Gregorio. Oltre alla recidiva di un cancro alla prostata, una ischemia – hanno riferito più volte i suoi legali – gli ha distrutto parzialmente il cervello. I tremori e i movimenti rallentati, dicono inoltre, sono quelli tipici di una sindrome parkinsoniana.

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