PROVINCE – All’Ars il voto finale

Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha aperto la seduta dell’Ars durante la quale è prevista la votazione finale del ddl sull’abolizione delle Province. Ovvero di quella che il deputato regionale del Pdl Giorgio Assenza prendendo la parola all’Assemblea siciliana ha ribattezzato con disprezzo “Legge Giletti”, con riferimento al conduttore della trasmissione di Raiuno ‘L’Arena’ dove il governatore Rosario Crocetta annunciò qualche settimana fa l’intenzione di abolire le Province 

La norma è stata approvata ieri sera. Al posto delle attuali nove Province, secondo le linee del governo regionale, nasceranno 12-13 liberi consorzi che non gestiranno spesa ma saranno enti di programmazione su aree territoriali da 150 mila abitanti. A presiederli saranno sindaci indicati dalle assemblee di amministratori senza alcuna indennità aggiuntiva; gli enti accoperanno le funzioni di Ato, distretti turistici, Srr.

Crocetta ha anticipato gli indirizzi stamani in conferenza stampa a Palazzo d’Orleans. Fuori dai consorzi le città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Ogni consorzio avrà un comune capofila (quello col maggior numero di abitanti); oltre alle attuali nove aree, secondo Crocetta, si potrebbero aggiungere i consorzi di Catagirone, Marsala e nelle aree dei Peloritani e dei Nebrodi.

“Qualcuno ha detto che il governo ha scritto una pagina di storia – ha detto Assenza -. Ieri è stata scritta una pagina di cabaret di terz’ordine. C’è solo demagogia, in quella legge, che può essere intestata a Giletti-Crocetta-Cancelleri”.

Giancarlo Cancelleri, capogruppo del Movimento cinque stelle all’Ars, ha sottolineato che “sul voto per l’abolizione delle province a differenza di quanto dice Crocetta, siamo stati determinanti. Siamo i primi in Italia ad abolire questo inutile carrozzone. Finalmente da ogni parte del Paese si guarderà alla Sicilia come un esempio virtuoso e non come ad una fiera degli sprechi e degli inutili stipendifici”.  

Per Cancelleri: “L’abolizione delle Province è merito soprattutto nostro, che abbiamo riportato il dibattito sulla giusta strada, quando il governo sembrava optare per una riforma differente, che anzichè abolire l’ente lo rinforzava”.

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