RACALMUTO – Ex Sindaco Messana:”Giù le mani dalla Fondazione Sciascia”

Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa dell’ex Sindaco di Racalmuto, Emilio Messana.

La Fondazione Sciascia ridotta ad un “sottogoverno” alla mercé di politici che hanno il dominio sulle scelte del paese.Mai era successo nella lunga storia della Fondazione dedicata al nostro scrittore!
Nessuno ne parla. Il Consiglio comunale tace e obbedisce.
Giovedì 12 settembre il Consiglio comunale di Racalmuto si appresta ad eleggere due nuovi componenti del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Sciascia, dove siedono i familiari dello scrittore insieme al sindaco che è il presidente e all’assessore alla cultura.
Cari cittadini, funziona così: quando va nominato un nuovo componente, il Cda propone al Consiglio comunale tre nomi. Sarà il consiglio, poi, a decidere chi occuperà l’importante e prestigioso ruolo di consigliere della Fondazione.
Due nomi da sostituire, quindi, due terne. Una attinge a personalità del mondo della Cultura e a componenti del Comitato di Vigilanza e Organizzazione della Fondazione, l’altra attinge al mondo della Scuola.
Della prima cogliamo il criterio, conoscendo in linea di massima il curriculum dei proposti: MASSIMO ONOFRI, docente universitario, uno dei più importanti studiosi e critici dell’opera di Sciascia; NINO DE VITA, celebre poeta siciliano contemporaneo, amico dello scrittore scomparso trent’anni fa, indicato dallo stesso nel Comitato di Vigilanza; LAVINIA SPALANCA, giovane studiosa da anni collaboratrice della Fondazione, cooptata nel Comitato di Vigilanza dopo la morte di alcuni componenti storici.Dell’altra terna il criterio ci sfugge: PATRIZIA PILATO è dirigente scolastico in un Istituto Superiore di Agrigento, MARCELLA RICCOBONO e ADALGISA MORREALE sono due docenti. Perché il sindaco-presidente Vincenzo Maniglia, l’assessore alla Cultura Enzo Sardo e i generi di Leonardo Sciascia le hanno scelte? Se il criterio era coinvolgere dirigenti scolastici o professori di scuola superiore, perché loro e non altri?Perché non figurano personalità della cultura, dell’arte, della scuola della nostra città, con titoli certamente non inferiori?
I Racalmutesi devono sapere come è stata formata questa seconda terna.
Una preside e tre professoriLe professoresse Riccobono e Morreale sono colleghe del prof. Vincenzo Maniglia, eletto sindaco della nostra città, e la dott.ssa Pilato era la loro dirigente scolastica, fino allo scorso 1° settembre quando ha cambiato istituto.L’orizzonte della Fondazione Sciascia limitato alla ristretta cerchia del prof. Vincenzo Maniglia e della sua dirigente.Patrizia Pilato ha un vissuto politico e sarebbe vicina all’On. Roberto Di Mauro, come vicina all’onorevole è quasi tutta la coalizione del sindaco Maniglia.Così il cerchio si chiude.Se questo è lo spirito che guida la nuova amministrazione, povera Racalmuto!
Sullo sfondo, sciascianamente come in un Cruciverba (tanto per citare un libro di Sciascia), c’è la vicenda che ha coinvolto il dott. Felice Cavallaro, firma autorevole del “Corriere della Sera”, da anni impegnato per il rilancio turistico-culturale del nostro territorio, fatto fuori dal Cda della Fondazione. La conseguenze si sono viste subito.La sua idea di istituire un apposito Comitato, dove coinvolgere le alte Istituzioni della Repubblica, le case editrici, i giornali, personalità del mondo della Cultura italiane ed internazionali per celebrare ad altissimi livelli il trentennale della morte e il centenario della nascita, nel 2021, di Leonardo  Sciascia, ha ceduto il passo ad un incontro sulla Giustizia, finito come sappiamo in malo modo, e a poche altre manifestazioni.
La decisione di cacciare Cavallaro, la stracca celebrazione del trentennale, la scelta di una terna che tradisce la storia e l’autonomia della Fondazione indicano quali sono gli obiettivi reali di questa amministrazione: avere le mani libere e utilizzare la Fondazione Sciascia per la megalomania del potere. C’è ancora, in questo paese, chi si crede onnipotente e ha mania di grandezza. Vergogna! State vendendo il paese e la Fondazione, come avevamo previsto in campagna elettorale, alla politica del clientelismo e dei privilegi personali e familiari. Un passo indietro di quarant’anni. Ma i cittadini vi guardano e insieme a loro ci batteremo perché nel nostro paese siano garantiti la libertà, l’autonomia della cultura, le pari opportunità a tutti i cittadini.

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