RACALMUTO – Fondazione Sciascia, c’è un “caso Cavallaro”: è duro scontro[VD TG]

A nemmeno un mese dall’insediamento del nuovo sindaco di Racalmuto, Vincenzo Maniglia è già duro scontro sulla Fondazione Sciascia. E’ nato un “caso Cavallaro”. Tutto nasce dopo la convocazione di un consiglio di amministrazione senza la presenza del noto giornalista, Felice Cavallaro, che, durante la scorsa legislatura, quella del Sindaco Messana, era stato votato nel febbraio del 2015, all’unanimità quale componente del Cda. Ma la delibera della sua nomina non è mai stata pubblicata ufficialmente, e quindi, non risulterebbe eletto. Poiché l’allora segretario generale del Comune di Racalmuto non avrebbe pubblicato sull’albo pretorio la relativa deliberazione: e per tale ragione il giornalista del Corriere della Sera, lo scorso 18 maggio  a Palermo nella riunione del Cda alla quale hanno partecipato il sindaco di Racalmuto Vincenzo Maniglia, presidente della Fondazione, l’assessore alla Cultura Enzo Sardo, e i generi di Sciascia Nino Catalano e Salavtore Fodale. Cavallaro non è stato convocato. Ne nasce un duro scontro tra l’attuale Sindaco Maniglia, l’ex Messana , l’opposizione e quanti in questi anni , in qualche modo, hanno avuto a che fare con la vicenda che, presenta, per certi versi , contorni pirandelliani . La nuova amministrazione Maniglia viene accusata di aver fatto fuori Felice Cavallaro. Per l’ex Sindaco Emilio Messana, l’elezione di Felice Cavallaro è stata un atto politico – amministrativo di grande valore, e che certamente, un intoppo burocratico non può vanificare una nomina, ponendo subito rimedio alla questione. Per Lillo Sardo, sindaco al momento della costituzione della Fondazione Sciascia, la fantasia di eliminare l’avversario sta diventando pervasiva. Il recente ‘affaire Cavallaro’, principalmente in relazione a tempi e modi della sua estromissione, mortifica  il livello della contesa fino al punto di trovare un subdolo escamotage per eliminare un contendente. Non è mancata la replica del Sindaco Vincenzo Maniglia, che essendo eletto primo cittadino ne è il Presidente della Fondazione Sciascia. Per correttezza d’informazione vorrei evidenziare che, subito dopo l’elezione a Sindaco e conseguentemente a Presidente della Fondazione Sciascia, venivo informato, con posta certificata inviatami dal genero dello scrittore Sciascia, Nino Catalano, dell’elenco di tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione della Fondazione e del fatto che l’elezione di Cavallaro non era stata perfezionata e dunque che lo stesso non risultava far parte del CdA. Mi amareggia dunque la posizione di chi, pur sapendo dell’inefficacia della nomina di Cavallaro, per partito preso, la difende anche a costo di complicare ulteriormente la situazione e non me ne vogliano dunque quelli che hanno sentenziato su questa brutta vicenda se, nel rispetto del mio ruolo, io abbia preferito agli interessi di parte il rispetto delle norme e della regolarità degli Atti. Ma ecco, oggi, finalmente, arrivare l’intervento del diretto interessato, il giornalista Felice Cavallaro. “Mi sembra di essere stato licenziato senza giusta causa”. Sono stato estromesso dal Cda con lo stratagemma di un cavillo formale. Un artificioso espediente per evitare al sindaco e al nuovo assessore alla cultura di motivare quello che è un insolente schiaffo al sottoscritto. Dietro  il mio allontanamento, due fatti molto concreti, rileva Cavallaro: il ritardo decennale nella catalogazione delle lettere donate da Sciascia che i familiari dello scrittore ritengono siano solo “in deposito” alla Fondazione e le resistenze ad aprire le porte dell’istituzione culturale di Racalmuto.  Se c’è un burocrate da redarguire, proceda. Non spetta a me dire cosa fare evidenzia Cavallaro. Se non si tratta di un escamotage ,non si nasconda dietro il cavillo della delibera incompleta,  si trovi il modo di perfezionare la nomina che ci fu, la libera manifestazione di pensiero di un intero Consiglio comunale, una scelta che non può essere cassata dall’ufficio bolli.

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