RACALMUTO – Gli studenti dell’I.C. Sciascia incontrano online la scrittrice ungherese Edith Bruck [FOTO]

Mercoledì 16 e giovedì 17 marzo gli alunni di tutte le classi della scuola Secondaria dell’Istituto Comprensivo “Leonardo Sciascia”, diretto dalla prof.ssa Carmela Campo, hanno conversato con la testimone della Shoah, Edith Bruck, scrittrice ungherese sopravvissuta ai campi di sterminio, che ha offerto la sua preziosa testimonianza in diretta. L’incontro, organizzato dalla prof.ssa Maria Tirone, è stato strutturato in due giornate per esigenze pratiche legate alla locazione su due plessi delle classi della Secondaria. In entrambi gli incontri gli alunni sono stati guidati dai docenti di lettere che hanno letto e commentato con gli allievi il libro “Il pane perduto” edito da La Nave di Teseo, vincitore del Premio Strega Giovani 2021 e del Premio Letterario Viareggio 2021. La prof.ssa Tirone, prima di dare la parola agli alunni, rivolgendosi alla scrittrice, le ha augurato di esaudire, con questo incontro con i ragazzi di Racalmuto, il suo desiderio, espresso in un passo tratto da “Lettera a Dio”, nel quale la Bruck chiede a Dio di illuminare le coscienze dei giovani nelle scuole e nelle aule universitarie.

Tantissime le domande degli alunni cui l’autrice ha risposto in modo generoso, lucido e forte, facendo appello al senso di umanità di ciascuno per opporsi, soprattutto con l’aiuto dei più giovani, ai nuovi pericoli rappresentati da ogni forma di razzismo e xenofobia di cui la società purtroppo è ancora vittima. Gli alunni si sono mostrati visibilmente commossi, attenti e partecipi alle parole della Bruck, che con grande fermezza ha dichiarato:

“La vita di chi, come me, è sopravvissuto ad Auschwitz non appartiene più alla persona stessa, appartiene alla Storia”. Ricordare Auschwitz è inevitabile per chi l’ha subito: è una presenza costante nella vita della vittima, cambia ogni prospettiva, ne influenza continuamente i rapporti umani. La vittima è vittima due volte: non solo ha vissuto una delle più grandi tragedie della storia, ma ha anche l’onere di doverlo rivivere quando lo racconta. Ma il racconto è inevitabile, è un vero dovere morale e civico, affinché eventi così tragici non si ripetano.”  Ecco perché lei ha accettato di parlare dei suoi ricordi nonostante il grande sforzo richiesto dalle sue narrazioni.

 Soddisfatta ed emozionata, la Dirigente, che ha ringraziato Edith Bruck per il tempo dedicato ai ragazzi e alla scuola e per le emozioni vissute insieme, ha sottolineato: “Mantenere la memoria, trasmettere sapere ed esperienze, sono compiti fondamentali della scuola e delle attività culturali. È importante, altresì, far capire ai ragazzi che all’epoca dei terribili fatti narrati, la scrittrice era poco più che una bambina, coetanea dei nostri alunni, costretta dalla malvagità umana a vivere la straziante separazione dai genitori ed ogni tipo di privazione”. La dirigente ha poi aggiunto un ringraziamento per la grande lezione di umanità data da Edith Bruck a tutti i partecipanti, adulti e ragazzi, con le parole: “Mi sono vergognata per la meschinità di quegli aguzzini, che, in realtà, mi facevano pena. Non ho mai voluto denunciare nessuno, neanche quando ho avuto l’occasione di incontrare un capò!”.

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