RACALMUTO – La triade commissariale spiega le ragioni dell’aumento della Tarsu.

Nell’infuriare delle proteste contro l’aumento del 78 per cento della Tarsu, la tassa sui rifiuti, i commissari inviati dal Viminale il 10 aprile scorso per amministrare il Comune di Racalmuto, dopo lo scioglimento per mafia, decidono di parlare e spiegare le ragioni del provvedimento che raddoppia le bollette. Pressati da comitati spontanei, partiti e sindacati che chiedono la sospensione degli aumenti, i commissari sostengono che è impossibile fare marcia indietro: il Comune rischia il dissesto finanziario e a pagarne le spese sarebbero i dipendenti comunali, soprattutto quelli con contratti precari che potrebbero essere licenziati. “Quello che possiamo fare – dicono Gabriella Tramonti, Enrico Galeani ed Emilio Saverio Budaè chiedere all’Ato la diluizione delle rate da tre a sei e di eliminare alcuni servizi non essenziali per ridurre le spese. Comprendiamo bene la difficoltà delle famiglie, degli anziani, delle giovani coppie. Ma non è colpa nostra se abbiamo trovato un Comune che rischia il dissesto finanziario. Ricordiamo però che Racalmuto, oltre ad avere la supremazia della tassa più elevata d’Italia, è anche l’Ente che ha la percentuale più alta di impiegati comunali“.

Racalmuto deve sapere come stanno realmente le cose – aggiungono i commissarievitando però incitamenti a manifestazioni d’odio nei nostri confronti. Stiamo solo, responsabilmente, cercando di salvare il salvabile di un paese che merita di più e che deve avere forza di passare questo momento di crisi che non riguarda soltanto Racalmuto“.

Gabriella Tramonti, Emilio Saverio Buda ed Enrico Galeani allineano i numeri per chiarire le ragioni dell’aumento della Tarsu da tre a oltre cinque euro al metro quadro.

Ad oggi il Comune, secondo i conti illustrati dai commissari, paga all’Ato Gesa Ag 2, un milione e 526 mila euro per il servizio di raccolta, trasporto e spezzamento e altri servizi. “Una somma – spiega Emilio Saverio Buda, esperto di contabilità pubblica – che da sempre avrebbero dovuto pagare i cittadini. Perché il servizio, lo voglio precisare, non è comunale. L’obbligo che ha il Comune è solo quello di fissare l’importo richiesto ai cittadini che fino allo scorso anno è arrivato al 60/70 per cento del totale. E chi ha pagato finora la differenza? Il Comune. Ma oggi non è più possibile“.

Così, dal 2006 al 2011 il Comune ha versato dalle sue casse all’Ato 2 milioni e 978 mila euro“, aggiunge Gabriella Tramonti. “Significa che il Comune è stato privato di una somma che al contrario poteva essere destinata ad altro. Inoltre le amministrazioni precedenti hanno ulteriormente aggravato la situazione richiedendo a Gesa servizi particolari“.

I commissari sottolineano quella che considerano un’altra anomalia: “Un Comune che paga una grossa cifra per la raccolta non dovrebbe avere altri netturbini in servizio che costano circa 350 mila euro l’anno. Sono impiegati utili a mantenere il paese pulito, ma l’anomalia tuttavia resta, se solo per la raccolta e lo spezzamento Racalmuto paga a Gesa un milione e 32 mila euro all’anno“.

Eppure altri paesi come Castrofilippo e Grotte, tanto per citare quelli più vicini a Racalmuto, hanno tariffe molto più basse: “A chi dice che a Castrofilippo pagano meno – replicano i commissari – diciamo di andare a vedere quanto dà il Comune all’Ato Gesa. Si tratta di 881.390.99 euro. Stessa cosa vale per Grotte. Inoltre il Comune di Castrofilippo ha un debito pregresso con l’Ato di 7-8 milioni di euro… anche loro rischiano il dissesto“.

La questione dei bilanci del Comune grava pesantemente sulle attività pubbliche. I commissari hanno deciso di non dare soldi al teatro comunale Regina Margherita per la prossima stagione e di tagliare i fondi alla Fondazione Leonardo Sciascia .

E ancora una volta indicano le anomalie di un personale in eccesso: “Non è possibile che ci siano, in un teatro che non funziona, sette persone in servizio. Stessa cosa al castello Chiaramontano e in ogni chiesa del paese. Questo è il Comune con il personale più elevato d’Italia. Gli impiegati dovrebbero essere 65. Oggi siamo a 240“.

Aggiunge Buda: “Se volessimo lavarcene le mani, dichiareremmo il dissesto finanziario. Stiamo invece tentando di salvare questo paese e la sua più grande industria che è il Comune“.

Ma sotto accusa è anche il comportamento dei commissari che, dal 10 aprile scorso, non hanno ancora ricevuto né le segreterie del sindacato né quelle dei partiti politici di Racalmuto che vogliono chiarimenti sulla gestione amministrativa del Comune e sugli aumenti delle imposte. La reazione dei commissari è accesa: “Siamo noi che vogliamo sapere da loro come hanno amministrato il Comune. Siamo noi che vogliamo sapere, altro che… I cittadini dovrebbero sapere come è stato amministrato o disamministrato il Comune negli ultimi anni“.

Ecco la tabella riassuntiva del costo di raccolta rifiuti a Racalmuto –

Comune di Racalmuto – Spese raccolta rifiuti
PREVISIONE ANNO 2012

Servizio di raccolta, trasporto e spezzamento (Iva inclusa)
Euro 1.032.345,70

Conferimento rifiuti indifferenziati e differenziati
Euro 294.434,92

Spese generali sui servizi
Euro 73,260,00

Spese generali
Euro 126.225,00

TOTALE
Euro 1.526.265,61

FONTE: MALGRADOTUTTO

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