RACALMUTO – Sindaco Maniglia:”Messana e Petrotto affilano le armi per prossima campagna elettorale”

Mi perdonerete se utilizzo il vecchio detto “chi non muore si rivede”, intendo politicamente, per rispondere agli interventi pubblicati da Studio 98 dagli ex Sindaci Messana e Petrotto che, dopo tre anni  di assoluto silenzio dall’elezione del 2019, approfittando delle recenti vicende della festa del monte e cavalcando abilmente il malumore, si preparano ad affilare le armi per riprendere consensi magari pensando di ricandidarsi nelle prossime consultazioni del  2024. 

Nessuno dei due, ingannando i cittadini, fa riferimento negli interventi alla differenza di competenza tra Sindaco e Questore relativamente alla realizzazione di pubblici spettacoli. E dire che anche loro in passato hanno amministrato questa nostra città, ma il tempo si sa ci fa dimenticare le cose. 

Riporto solo per completezza di informazioni, a vantaggio dei cittadini, un passo sulle competenze della Questura: 

Premesso che, in Sicilia, la competenza al rilascio dell’autorizzazione fa capo al Questore: La realizzazione di evento con le caratteristiche del pubblico spettacolo presuppone il possesso dell’autorizzazione prevista e disciplinata dall’art. 68 T.U.L.P.S. che viene rilasciata dal Questore al termine di un complesso iter istruttorio volto ad accertare che l’organizzatore o gli organizzatori siano, sotto il profilo soggettivo, in possesso dei requisiti richiesti dall’art. 11 del T.U.L.P.S. e, sotto l’aspetto oggettivo, che lo stesso organizzatore sia in possesso di tutte le altre autorizzazioni necessarie (come ad esempio disponibilità dell’area pubblica o privata in cui si intende realizzare l’evento, autorizzazioni alle immissioni sonore in deroga alla normativa vigente o contenimento dell’impatto acustico entro i limiti della normativa vigente ed altro ancora) nonché redazione di piano sanitario (D.A. salute Regione Sicilia del 31.10.2017), redazione di piani di sicurezza e di evacuazione, nomina di un referente responsabile della sicurezza, valutazione del rischio dell’evento, in relazione alle sue caratteristiche intrinseche ed estrinseche (connesse al sito scelto per la sua realizzazione). 

Ma ritornando ai due interventi, si pone l’attenzione alle mie Ordinanze Sindacali estrapolandole però dal contesto generale degli atti e di fatto dandone volutamente  un’interpretazione errata sugli eventi e sui  colloqui continui intercorsi da me con la Questura e con la Prefettura che, attraverso valutazioni sulla sicurezza ed sull’ordine pubblico, hanno portato alla realizzazione della bellissima Festa Maria Santissima del Monte. 

Tralasciando le motivazioni dell’azzeramento della giunta che attiene a fatti di verifica della maggioranza, e soffermandomi sul titolo dell’articolo di Petrotto, io non mi sento affatto Don Abbondio che, è distante anni luce dal mio modo di agire.

Da Sindaco non mi sono mai sottratto alle mie responsabilità, lo testimoniano questi tre anni di amministrazione dove è successo di tutto, ma disattendere le indicazioni della Questura lo reputo scorretto oltre che illegale per un rappresentante delle Istituzioni. 

Io ho sempre rispettato la legge che è l’unica arma di difesa contro l’anarchia, il disordine, l’illegalità e la confusione dei ruoli.

La campagna elettorale per le future elezioni comunali del 2024 stranamente a Racalmuto è iniziata un anno e mezzo prima della naturale scadenza di mandato. 

Spieghino invece i due candidati all’elezione del 2019 nonchè ex Sindaci della nostra città cosa hanno fatto loro in passato, giustifichino i continui debiti che il Comune oggi è costretto a pagare nonchè le mancate costituzioni in giudizio dell’Ente che spesso è risultato soccombente con danni alle casse comunali.

E per citare la definizione di Sciascia sugli uomini “Io ho una certa pratica del mondo. E quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i pigliainculo e i quaquaraquà”. Pochissimi gli uomini, i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi, che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora più giù, i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà. Che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre.

E’ la storia umana e personale di ognuno di noi a farci identificare in una di queste categorie, non siamo certo noi a giudicarci ma il prossimo.

Vincenzo Maniglia

Condividi
         
 
   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *