RAGUSA – Stop a banda delle concessionarie

La polizia di Ragusa ha sgominato un’organizzazione criminale composta da cittadini romeni che si muovevano in tutta la Sicilia. Le indagini delle squadre mobili di Ragusa e Catania hanno accertato furti per quasi un milione di euro ai danni di concessionarie, negozi di elettronica, impianti fotovoltaici e tabaccherie.

Gli investigatori hanno recuperato oltre 30 auto rubate a concessionarie e privati, sventato altri 12 furti, arrestato dieci persone in flagranza di reato e denunciato altre 14 per diversi reati. Durante l’operazione è stata catturata una latitante romena, parente di uno dei membri della banda, che si era nascosta durante le perquisizioni.

L’operazione è stata denominata “Flex”, dal nome di uno degli attrezzi usati per commettere i furti. I fermati sono stati catturati durante un blitz al quale hanno preso parte 80 uomini. Tra i furti “preferiti” dalla banda, che aveva la sua base operativa a Catania, quello di suv da utilizzare come arieti per sfondare vetri blindati di tabaccherie e negozi di elettronica.

Le indagini sono partite da un furto di elettrodomestici per un valore di circa 100 mila euro avvenuto nel novembre del 2015 a Pozzallo (Ragusa) in un magazzino etneo del gruppo “Inventa”. Più volte i banditi sono sfuggiti alla polizia speronando le auto di servizio o usando violenza contro le persone. Durante un furto in una tabaccheria l’anziana titolare era stata colpita in volto.

I malviventi utilizzavano il navigatore satellitare del telefono cellulare, segnando sulla mappa interattiva i luoghi da depredare e a seconda della tipologia di merce e del valore del furto, li contrassegnavano sullo smartphone con una, due o tre stelline.

La donna prelevava il gruppo che doveva occuparsi del furto, lo accompagnava sul posto e si allontanava un paio di chilometri. Attendeva una telefonata o un contatto via radio per ritornare a prendere i complici. Se qualcosa andava male perché interveniva la polizia, l’accordo era quello di fuggire a piedi per le campagne limitrofe ai luoghi appositamente scelti con vie di fuga facili e l’indomani altri complici sarebbero andati a riprenderli.

I banditi erano sempre in contatto via radio, così da non rischiare di essere intercettati telefonicamente. Molte volte si accampavano con tende nelle campagne limitrofe ai depositi di materiale elettronico, agendo prevalentemente nelle zone industriali delle città. Il blitz durante il quale sono stati catturati è stato particolarmente complesso in quanto si è dovuto agire di giorno, proprio perché di notte tutti gli associati andavano a “lavorare” e spesso in posti diversi.

Inoltre, la particolare difficoltà è stata dettata dal fatto che quasi tutti i fermati avevano una residenza fittizia, cambiavano casa ogni settimana e sempre nel quartiere San Cristoforo, densamente popolato e con irregolarità edilizie che non hanno permesso di effettuare una ricerca accurata prima delle catture sulle mappe catastali.

Questi i nomi:  Costel Balan, di 24 anni, Ilie Alexandru Corodeanu, di 23, Ionut Petrinel Hagiu, di 21, Bogdan Lacatus, di 20, Iulian Moise, di 36, Marin Marcel Nedelcu, di 29, Mihaela Plesea, di 29, Alexandru Ionel Roman, di 30, Florin Stoian, di 25, e Cristian Zanoaga, di 21.

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