RAGUSA – Ucciso in auto mentre guida

Omicidio nella notte a Ragusa: un 66enne, Salvatore Di Grandi è stato ucciso con un colpo di pistola alla nuca mentre era alla guida di un’auto. Arrestati dalla polizia i ragusani Giovanni Caruso e Alfredo Scatà(nella foto) -già autore di due tentati omicidi-, di 38 e 48 anni.

I tre erano amici di bevute e avrebbero litigato per futili motivi.

L’uomo è stato raggiunto da due colpi alla nuca mentre era alla guida di un’auto, insieme agli amici.

A sparare sarebbe stato Giovanni Caruso di 36 anni dal sedile posteriore che si sarebbe ‘vendicato’ per una lite scoppiata in passato per futili motivi.

La squadra mobile della Questura ha già arrestato l’omicida. In manette un’altra persona che si trovava in auto. Alfredo Scatà di 46 anni(nella foto) che si trovava sul sedile lato passeggero. Questi è accusato di concorso in omicidio volontario.

L’omicidio è accaduto intorno alla mezzanotte. I tre stavano percorrendo via Rumor a bordo di una fiat Punto quando improvvisamente, con l’auto in movimento, sono partiti i colpi di pistola. A questo punto l’auto ha finito la sua corsa contro un palo della luce.

E’ la polizia a condurre le indagini. I due avrebbero ammesso le proprie responsabilità.

Gli agenti della Squadra Mobile sono riusciti a risalire alle due persone grazie ad alcune testimonianze anche oculari che indicavano i sue soggetti come autori dell’episodio criminoso.

Pare che i tre uomini avessero bevuto nel corso della serata trascorsa insieme.

 

L’ASSASSINO: “TRE ANNI FA MI AVEVA UMILIATO”. «L’ho ucciso perchè tre anni fa mi aveva umiliato davanti a tutti». Giovanni Caruso, 36 anni, barista, avrebbe covato per tutto questo tempo un sentimento di rancore nei confronti della vittima, Salvatore Di Grandi di 66 anni, barista anche lui.

È la confessione-choc resa dall’omicida al pm Claudia Maone che l’ha interrogato stamattina  per cercare di venire a capo di un omicidio che presenta molti lati oscuri proprio per la futilità del movente.

 

Gli inquirenti stanno cercando di capire anche il ruolo di Alfredo Scatà, muratore di 46 anni, che ha accompagnato Caruso nella «missione» di morte. Era a conoscenza della volontà dell’omicida di commettere il reato, oppure si è trovato inconsapevolmente ad assistervi?

 

Secondo la ricostruzione della polizia, i tre si sarebbero incontrati in un bar per bere qualcosa, per poi spostarsi in un altro e continuare a bere, prima di mettersi in auto e convincere Di Grandi a dirigersi verso la sua abitazione. Durante questo tragitto Caruso ha estratto la pistola e sparato due colpi di arma da fuoco alla nuca di Di Grandi. Dopo aver commesso il delitto i due sono fuggiti ma sono stati rintracciati, dopo qualche ora, dagli uomini della squadra volanti guidata dal vice questore Antonio Ciavola. L’omicida è stato ammanettato nel bar del fratello, dove lavorava, mentre Scatà è stato arrestato nella sua abitazione.

FONTE: RAGUSANEWS

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