Rai Way, i pm indagano su Mediaset

Militari della Guardia di Finanza hanno perquisito la sede di Ei Towers, la società delle torri che distribuisce il segnale tv delle reti Mediaset, che alcuni mesi fa aveva lanciato un’offerta pubblica di acquisto e scambio di azioni Rai Way, poi ritirata dopo il “no” della Consob. 

L’attività della Gdf rientra nell’ambito di un’inchiesta della procura di Milano, in particolare del primo dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Gerardo Greco che si occupa di reati finanziari. L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto di Milano, è stata affidata al pm Adriano Scudieri. Stando a quanto si apprende da fonti legali, risulterebbero indagati tutti i componenti del consiglio di amministrazione di Ei Towers. Il reato ipotizzato nei loro confronti è quello di aggiotaggio ed è relativo proprio al lancio dell’offerta pubblica di acquisto e scambio sulle antenne della Tv pubblica. L’inchiesta milanese sarebbe nata dalle indagini del nucleo valutario della Guardia di Finanza e da un successivo esposto presentato in procura dalla Commissione presieduta da Giuseppe Vegas, cui si sommano autonome verifiche dei pm sulle oscillazioni del titolo.

All’epoca del tentativo di scalata alle antenne della Rai, il consiglio della controllata del Biscione era composto dal presidente Alberto Giussani, dagli amministratori delegati Guido Barbieri e Valter Gottardi, e dai consiglieri Manlio Crucciatti, Piercarlo Invernizzi, Michelle Pirotta e Richard Adam Hurowitz. Quest’ultimo è stato l’unico non confermato nel rinnovo del cda effettuato dall’assemblea dei soci del 21 aprile scorso, che si è allargato a nove membri.

L’annuncio allo stop dell’Opa era arrivato lo scorso 17 aprile quando la società controllata da Mediaset ritirò “la comunicazione dell’operazione di concentrazione trasmessa all’Antitrust il 24 febbraio scorso”. Di fatto una rinuncia a presentare una nuova Opa, proprio come aveva chiesto la Consob. D’altra parte l’offerta di Ei Towers era già nata con non pochi ostacoli: l’obiettivo minimo della società era infatti quello di raccogliere il 66,7% del capitale, mentre il decreto con il quale il governo aveva dato il via libera alla quotazione di Rai Way indicava che il 51% del capitale sarebbe rimasto nelle mani del Tesoro. Ne era seguita da parte della Consob un preavviso di rigetto, né aveva passato il vaglio della Commissione la nuova versione del Prospetto, che prevedeva una soglia minima al 40%.

Tornando all’attualità, Rai Way ha oggi approvato i conti del primo trimestre con 9,3 milioni di utile, in crescita del 22,9% sul 2014. La società, su richiesa

Consob, ha fatto sapere che entro luglio aggiornerà il piano industriale e che ha allo studio acquisizioni, anche se non sono state ancora prese decisioni nel merito.

FONTE. REPUBBLICA

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