RAVANUSA – No all’incidente probatorio chiesto da Italgas: il Gip rigetta l’istanza.

Il Gip del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha rigettato la richiesta di effettuare un cosiddetto “incidente probatorio” avanzata da Italgas nei luoghi della strage dell’11 dicembre scorso in via Trilussa. L’azienda chiedeva di verificare la qualità degli immobili devastati dall’esplosione, attraverso lo svolgimento di una serie di accertamenti irripetibili sul posto, anche in contraddittorio tra le parti. Lo si legge sul quotidiano La Sicilia in edicola oggi.

Questa la richiesta del pool di avvocati dei 10 indagati dalla Procura della Repubblica di Agrigento, tutti esponenti di Italgas. Un accertamento che nelle intenzioni difensive avrebbe dovuto consentire di avere elementi ulteriori di valutazione a tutela delle posizioni degli indagati. Sciolta la riserva , il Gip ha rigettato.

Nei giorni scorsi la Magistratura di Agrigento ha disposto il dissequestro dell’area del quadrilatero interessato all’esplosione di via Trilussa, dove l’11 dicembre il crollo di una palazzina aveva causato la morte di 9 persone e il ferimento di altre 3. Il Procuratore Luigi Patronaggio , con una nota, disse che “non sono più necessari rilievi ed accertamenti tecnici. Il provvedimento adottato in tempi brevi rispetto all’evento , si è reso opportuno anche al fine di alleviare i disagi della popolazione e favorirne la ripresa economica e sociale”.

La Procura di Agrigento ha nel frattempo fatto notificare alle parti l’avviso di accertamento tecnico non ripetibile, il 2 febbario , nella sede dei Vigili del fuoco di Palermo. Saranno vivisezionati alcuni reperti recuperati sul luogo del disastro, in particolare una parte del tubo della rete del gas, con alcune valutazioni relative all’identificazione del punto di frattura. Le indagini, sono coordinate dal procuratore aggiunto Salvatore Vella , con il supporto tecnico dell’ingegnere Antonino Barcellona.

Secondo gli inquirenti il possibile punto di rottura della condotta sarebbe nei pressi dell’abitazione del professore Pietro Carmina. Un punto dal quale sarebbe fuoriuscito il gas che sarebbe andato ad annidarsi, creando una sorta di sacca, detonata, causando il disastro. Una tesi questa decisamente contrastata dal fronte degli indagati.

Intanto, in data 28 gennaio 2022 , l’Arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano ha indirizzato una lettera a mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani, con la quale ringrazia, a nome dell’Arcidiocesi di Agrigento e, in particolare, della Comunità ecclesiale di Ravanusa per la generosa donazione fatta pervenire dalla Diocesi di Trapani quale contributo di solidarietà per le vittime del tragico evento occorso a Ravanusa.

“ Ci commuove il pensare – scrive mons. Damiano – che l’intera comunità trapanese abbia dedicato la giornata del 19 dicembre alla preghiera pro vivis et defunctis per quest’evento che segnerà per sempre la nostra comunità. Ravanusa – conclude – pian piano, si rialzerà, forte anche del sostegno che arriverà tramite la vostra preghiera”.

Il contributo di solidarietà dalla diocesi di Trapani è di € 15.000.

Tale somma si aggiungerà alla Colletta del 19 dicembre 2021 nell’Arcidiocesi di Agrigento (€ 82.631,91 integrata da risorse proprie della Caritas) e sarà nella disponibilità di Caritas Diocesana Agrigento che tradurrà – come già comunicato – in scelte rapide ed oculate, concordate con gli altri attori del territorio.

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