REGIONE – Anche Toti Lombardo propone taglio degli stipendi all’Ars

Il taglio delle indennità e dei  benefit dei novanta deputati dell’Assemblea siciliana, cavallo  di battaglia del manipolo di 15 «grillini» appena eletti,  anima il dibattito anche all’interno dei partiti tradizionali,  creando le prime crepe. Come nel caso del Mpa, il movimento  autonomista orfano di Raffaele Lombardo, che ha appena  «arruolato» il figlio dell’ex governatore. Toti, 24 anni,  eletto nel collegio di Catania, raccoglie la sfida dei  cinquestelle. «L’indennità del parlamentare è eccessiva, si  può ridurre anche della metà», dice il rampollo. Che  annuncia: «Farò subito una proposta per il taglio del 50%  dello stipendio». Una fuga in avanti che non piace al  capogruppo uscente del Mpa, Nicola D’Agostino, giunto primo nel  collegio di Catania proprio davanti al giovane Toti,  sponsorizzato dal padre.

«Lo stipendio di un deputato è di 5  mila euro, chi propone di tagliarlo del 50% è ipocrita»,  afferma. «Non è logico diminuirlo, sarebbe poco dignitoso per  chi fa politica in maniera seria» aggiunge D’Agostino secondo  cui sono altre le voci di spreco dove andare a tagliare.  «Piuttosto si riducano in modo drastico i contributi ai gruppi  parlamentari – sostiene – I partiti, tanto per cominciare,  rinuncino ai contributi per le elezioni appena terminate. Questo  sì, sarebbe un segnale». Perchè va bene che «i cittadini  siano disinformati e gridano vendetta perchè sono arrabbiati  con i politici, ma continuare a parlare di ridurre l’indennità  è veramente pura ipocrisia; abbiamo già ridotto abbastanza  durante quest’ultima legislatura e tutte le cosiddette  indennità accessorie servono per il funzionamento  dell’attività del deputato».

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