REGIONE – Rimpasto, niente accordo tra Pd e Crocetta
Nicolò Giangreco
Più facile trovare un accordo sulle riforme da portare all’Ars che sul rimpasto. Tre ore di vertice notturno non sono state sufficienti a riportare unità fra il Pd e Crocetta. Anzi, la strada che conduce al terzo rimpasto e all’ingresso in giunta dei cuperliani si fa tutta in salita, complicata da logiche di correnti. Formalmente un altro incontro è previsto per domani. Ma la premessa con cui Crocetta ci si avvicina rende tutto più difficile: «Posso mai fare un rimpasto ogni due mesi? Posso capire la richiesta di modificare qualcosa ma non mi si può chiedere di ricominciare da capo. Proprio no. E chi pensa il contrario non ha idea di quello che comporta». Il riferimento è alla richiesta ribadita ancora ieri dal segretario Fausto Raciti: azzerare almeno la delegazione del Pd per ridiscutere tutto con gli organi di partito. In realtà da settimane, complice l’inisistenza della segreteria nazionale, si lavora a una mediazione che prevede l’ingresso in giunta dei cuperliani: l’ala che fa capo allo stesso Raciti oltre che a Mirello Crisafulli e ad Antonello Cracolici è l’unica rimasta esclusa dal recente rimpasto. Anche Crocetta ha garantito la disponibilità a dare una rappresentanza. Ma i cuperliani, forti anche delle percentuali interne confermate dai risultati delle Europee, pressano per due posti. Il problema è che ora non ne sarebbe disponibile neppure uno.
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