ROMA – Cuffaro scrive all’amministrazione del carcere di Rebibbia dov’è detenuto

“Mi rivolgerò all’autorità giudiziaria per fare valere le mie ragioni e ho chiesto all’amministrazione del carcere di Rebibbia di valutare l’opportunità di fare altrettanto a tutela dell’immagine dell’istituito di pena e dell’operato dei suoi funzionari e agenti”. 

Lo scrive l’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro, che sconta una pena a 7 anni per favoreggiamento alla mafia, commentando le notizie di un’indagine sul sottosegretario Simona Vicari e altri politici accusati di avere fatto visita all’ex presidente per prendere da lui diposizioni sulla gestione del suo patrimonio. Vicari, inoltre, avrebbe spacciato per suoi assistenti alcuni politici per consentire loro l’ingresso nel carcere.

“Non ho mai ricevuto nè tanto meno chiesto favoritismi – scrive Cuffaro in una nota affidata al suo legale, l’avvocato Maria Brucale – vivo in una cella con altri detenuti dove abbiamo circa 2,70 metri calpestabili a testa …nonostante ciò non mi sono mai lamentato e ho sempre vissuto la vita detentiva adeguandomi a ciò che mi veniva imposto. Non mi è stato concesso neppure un permesso di 24 ore per far visita a mia madre malata. Ho ricevuto le visite di moltissimi parlamentari, ma sono state solo visite di valore umano. Non ho mai parlato con nessuno del mio patrimonio. Essendomi stato tolto da oltre un anno il vitalizio, quello che ho lo sta usando la mia famiglia per vivere e pagare 500 mila euro in parte per risarcire la regione siciliana”.

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