Salento, muore all’alba dopo serata in discoteca

Un malore  dopo una notte trascorsa a bere e ballare in discoteca: è morto così Lorenzo Toma, leccese di 19 anni. Venti giorni dopo il decesso del sedicenne Lamberto Lucaccioni al Cocoricò di Riccione, la tragedia si consuma in Salento, davanti alla discoteca Guendalina di Santa Cesarea. La stessa che per il 12 agosto ha organizzato una “Cocoricò night”, serata a sostegno del locale emiliano che, dopo la morte per overdose di ecstasy del giovanissimo avventore, è stato chiuso per quattro mesi dal prefetto di Rimini.

E ora i riflettori sono tutti puntati sulla discoteca salentina e sulle cause del decesso di Lorenzo. Il ragazzo – stando alle prime ricostruzioni – si sarebbe sentito male appena fuori dal locale e sarebbe stato immediatamente soccorso dai sanitari del 118, che non sono riusciti a rianimarlo. La morte è arrivata fulminea, sotto gli occhi attoniti degli amici con cui aveva deciso di trascorrere il sabato sera. Gli stessi che sono stati ascoltati per ore dai carabinieri del Nucleo investigativo di Lecce e della Compagnia di Maglie, intenzionati a capire se il diciannovenne abbia assunto alcol o droghe, oppure entrambi, e se possa essere stato ucciso dal mix micidiale. Tra le ipotesi anche quella di un malore provocato da una bibita ghiacciata che possa avergli provocato una congestione fatale. 

Tra le persone da interrogare anche i titolari del Guendalina e gli addetti alla security, che potrebbero aver notato Lorenzo e la sua comitiva e – stando ad alcune indiscrezioni – lo avrebbero anche redarguito poco prima che si sentisse male. Le operazioni si sono protratte per diverse ore, mentre la salma del ragazzo è stata trasportata all’ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove sarà sottoposta all’autopsia. Il decesso di Toma sposta dunque l’attenzione dell’opinione pubblica e delle forze dell’ordine sulla costa adriatica salentina, dopo che nelle scorse settimane i riflettori sono stati interamente puntati su Gallipoli e la sua movida selvaggia, con tanto di episodi di spaccio documentati davanti alle più note discoteche.

FONTE: REPUBBLICA

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