SAMBUCA DI SICILIA – Sequestrati beni per per oltre 400 mila euro al boss Leo Sutera [FOTO]

Il Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Agrigento ha sequestrato beni per 400 mila euro al patrimonio del boss Leo Sutera, considerato il principale esponente del mandamento mafioso di Sambuca di Sicilia.

Nel mirino delle fiamme gialle sono finiti un villino situato sulle colline di Sambuca di Sicilia, vari appezzamenti di terreno nello stesso Comune, quote societarie di un esercizio commerciale di Sciacca, ed ancora alcuni cavalli gestiti presso un maneggio sempre a Sambuca, nonché, in risorse liquide su rapporti di conto e di deposito riconducibili a Sutera ed alla sua famiglia. Il valore complessivo dei beni mobili ed immobili sequestrati è di oltre 400 mila euro.

Le indagini, durate alcuni mesi, hanno rilevato una situazione patrimoniale non pienamente coerente con le fonti di reddito “ufficiali” dichiarate dal nucleo familiare di Sutera, facendo scattare, così, il sequestro.

“Il quadro economico-patrimoniale di Sutera, – si legge in una nota della guardia di finanza –  quale aveva ricoperto la qualità di ‘reggente’ di Cosa nostra nella provincia di Agrigento, pur non apparendo palesemente connotato da aspetti sperequativi tra risorse ed impieghi, è stato minuziosamente analizzato dai finanzieri, specie in considerazione dello spessore criminale di assoluto rilievo del proposto”.

L’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, proseguono le fiamme gialle, “ha evocato una volta di più l’elevata pericolosità sociale di Sutera, quale esponente di spicco di lungo corso di Cosa nostra, come del resto emerso a più riprese dagli esiti anche processuali di numerose inchieste che lo hanno coinvolto già dagli anni ’80, connotando il suo profilo come uno – anche attualmente – tra i più significativi in ordine non solo alle vicende di mafia agrigentine, ma anche palermitane”.

“Fu infatti Sutera, – si legge ancora nella nota dei finanzieri – a costituire il trait-d’union prima quale capo del mandamento di Sambuca e poi quale reggente della provincia di Agrigento con il vero e proprio vertice dell’associazione mafiosa, in ciò favorito sia dalla posizione geografica di Sambuca e della valle del Belice che dalle proprie capacità organizzative e di mediazione unanimemente riconosciute dagli stessi rappresentanti apicali di Cosa nostra succedutisi negli ultimi anni”.

L’udienza per la discussione della proposta di applicazione della misura di prevenzione è fissata per il prossimo 18 gennaio.

 

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