SAN LEONE – “Opere abusive su pubblico demanio marittimo”, scatta il sequestro

La Capitaneria di porto di Porto Empedocle ha sequestrato, nella giornata di ieri, “opere realizzate abusivamente – rendono noto – nell’ambito di una struttura destinata a stazione rifornimento carburanti, bar e ristorante presso la banchina Nord del porticciolo turistico di San Leone”.

I militari hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, emesso dal pubblico ministero Paola Vetro, “delle opere e delle varianti realizzate sul pubblico demanio marittimo in difformità all’esistente titolo concessorio, consistenti nel cambio di destinazione d’uso di una porzione di suolo inizialmente destinata ad autolavaggio e trasformata – ricostruisce ufficialmente la Guardia costiera di Porto Empedocle – in area giardino/lounge bar. Sequestrata l’area adiacente struttura comunale (vasca idrica) occupata abusivamente dove – ricostruisce, con comunicato stampa, la Capitaneria di porto – è stata realizzata una zona dove sono stati sistemati dei tavoli e la recinzione con parapetti in vetro. Sigilli anche alla realizzata scala a chiocciola che conduce ad piano rialzato (non calpestabile) attrezzato a terrazza estiva con il posizionamento di tavoli, parapetti in vetro e piano bar, alla realizzazione abusiva di una struttura prefabbricata destinata a servizi igienici, all’ampliamento non autorizzato della sala ristorante e del bar – prosegue la ricostruzione ufficiale – tramite realizzazione di pergotende e strutture laterali in vetro-alluminio, variazioni di livello di parti della superficie demaniale marittima assentita in concessione”.

L’attività investigativa, che ha avuto come risultato l’applicazione della misura cautelare, trae spunto dall’attività di polizia demaniale programmata nell’ambito di giurisdizione dalla Capitaneria di porto, guidata dal comandante capitano di fregata Gennaro Fusco. Uno l’obiettivo della Guardia costiera: contrastare gli abusi perpetrati a danno del pubblico demanio marittimo. Attività che viene portata avanti d’intesa con il procuratore capo Luigi Patronaggio e con l’aggiunto Salvatore Vella. “Attività che è stata sviluppata con accertamenti tecnici sui luoghi e verifiche documentali – ha concluso la Capitaneria di porto – con l’ausilio del personale dell’ufficio tecnico del Comune di Agrigento”.



Condividi
         
 
   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *