SANTA CROCE CAMERINA – Dubbi sulla ricostruzione, Loris non compare nelle immagini delle telecamere. Nei video si vede l’auto della madre

Colpo di scena nel giallo di Ragusa. Grazie all’appello della Procura sono arrivate agli investigatori nuovi video. Uno, in particolare, inquietante: si vede il piccolo Andrea Loris Stival che esce in strada con la mamma e con il fratellino. Il piccolo è recalcitrante, la madre lo tiene per mano, con fermezza, quasi lo strattona. La scena sembra quella di un litigio tra mamma e figlio. Un minuto dopo Veronica Panarello sale in macchina sbattendo la portiera, il piccolo Diego è in auto, ma Andrea Loris resta sul marciapiede e anzi gli ultimi frame lo inquadrerebbero mentre torna verso casa. La storia di Santa Croce Camerina forse è molto diversa da come si è raccontato finora.

Veronica Panarello madre di Loris

 

GLI SLIP E I FILMATI

La madre del piccolo era stata ascoltata come persona informata sui fatti una seconda volta ieri sera in Questura ed era uscita dalla porta sul retro dopo quasi tre ore con gli investigatori. Dall’interrogatorio è emerso che la donna non ha riconosciuto gli slip ritrovati nella tarda mattinata a ridosso dell’ingresso della scuola «Falcone Borsellino». Da lei gli investigatori cercavano informazioni per chiarire quanto accaduto quella mattina. Un altro elemento del puzzle è l’ora della morte di Loris: secondo il medico legale potrebbe essere stato ucciso intorno alle 10.30.

ARRIVANO GLI INVESTIGATORI DEL CASO YARA

Intanto sono arrivati a Ragusa ufficiali e marescialli del Ros che fanno parte di un gruppo specializzato in indagini su crimini violenti per dare un contributo alla task force composta da Carabinieri del Nucleo investigativo e personale dello Sco e della Squadra mobile. Sono gli stessi carabinieri che in passato si sono occupati di crimini come il caso di Yara Gambirasio, l’attentato alla scuola di Brindisi, l’omicidio dei coniugi Burgato di Lignano Sabbiadoro e di Roberta Ragusa di Pisa.

 

CORSA CONTRO IL TEMPO

«Statisticamente parlando – spiegava ieri il procuratore Carmelo Petralia – per questo genere di delitti il tempo d’individuazione dell’autore va dalle 72 alle 96 ore, dopo di che il tempo si dilata in modo consistente. Se si arriva all’individuazione di un elemento indiziario sufficientemente grave in questo termine di 3-4 giorni, c’è la possibilità di dire che il caso è risolto. Altrimenti…». Siccome poi le indagini puntano sempre più sul contesto stretto che circonda gli Stival, su un viso che fosse familiare al piccolo, uno di cui il bimbo si fidava, l’interrogatorio della madre è stata l’occasione di chiederle una volta di più con chi avesse intimità suo figlio.

 

L’OMBRA DELL’ORCO

Lei all’inizio aveva parlato di «ragazzi più grandi» con cui Loris Andrea giocava spesso. Chi sono? E poi: in paese si comincia a raccontare che non fosse poi questa mamma così attenta e protettiva come s’è detto finora. Affidava forse il figlio a qualcuno? Un qualcuno che può avere tradito la sua fiducia, ma che se esiste è bene che venga fuori. Si va consolidando infatti uno scenario sconvolgente: chi indaga è ormai convinto non soltanto del movente sessuale dietro il sequestro e l’omicidio del bambino (suffragato oltretutto dalla circostanza delle mutandine scomparse), ma che le molestie andassero avanti da tempo.

 

Il proprietario del Mulino Vecchio, Peppino Caggia

Un testimone: non ho visto nessuno, secondo me bimbo ucciso altrove – Il proprietario del Mulino Vecchio, Peppino Caggia, ex carabiniere, struttura che dista 20 metri dal luogo del ritrovamento di Loris Stival, il giorno della mattinata del delitto non ha visto nessuno in zona. L’ex carabiniere in pensione, ribadisce che “non è passata nessuna auto, né ho veduto delle persone”. Alla domanda su che cosa possa essere successo, Caggia da’ la sua ricostruzione: “Visto che secondo l’autopsia sarebbe stato ucciso tra le 10 e le 10.30 e a quell’ora qui non c’era alcuno, secondo me è stato assassinato in un altro posto e dopo portato qui”.

 

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