SANTA CROCE CAMERINA – Rapina in gioielleria: 4 arresti[FOTO][VIDEO]

Si è chiuso il cerchio delle indagini sulla rapina alla gioielleria di Santa Croce Camerina del 9 febbraio dello scorso anno. Quasi un anno di lavoro, per mettere a segno altri due arresti di due vittoriesi, presi alle prime luci dell’alba da polizia e carabinieri. E’ l’atto conclusivo delLe indagini coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Ragusa Marco Rota e che sono seguite alla prima ‘trance’ investigativa che portò il 20 luglio all’arresto di quattro persone: il marocchino 24enne Soufiane El Taoufiq, il braccainte vittoriese 39enne Emanuele Di Martino, Fabiola Busacca, anche lei vittoriese di 26 anni e un operaio 28enne, Salvatore Giacchi, anche lui di Vittoria. Rapina aggravata in concorso e porto abusivo di arma da fuoco, le accuse.

Adesso, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ragusa Claudio Maggioni ha emesso l’ordine d’arresto per Antonino Puzzo, 22 anni, fruttivendolo di Vittoria e per Marco Nuncibello, 25 anni, anche lui di Vittoria. i due, insieme agli altri quattro, furono artefici dell’atto criminali contro una gioielleria al centro di Santa Croce Camerinma il 9 febbraio del 2012.

Quella volta, tre persone con il volto nascosto da un passamontagna ed armati di taglierini e di una pistola, entrarono in gioielleria e si fecero dare ventimila euro di giopielli, prima di scappare a bordo di un Fiat Fiorino, proprietà di un vittoriese di 47 anni, rubato la mattina e poi trovato alla periferia di Santa Croce Camerina. Polizia e carabinieri, sin dall’inziio, lavorarono insieme nelle indagini prima con l’aiuto delle immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso e poi sui tabulati telefonici dei primi quattro arrestati. Chi entrò materialmente in gioielleria per fare la rapina, minacciando e aggredendo la titolare, una donna di 35 anni, e una dipendente, erano stati El Toufiq e Giacchi insieme ad una terza persona in un primo momento non identificata mentre Di Martino e Fabiola Busacca stavano fuori a fare da ‘palo’.

I quattro ammisero quasi subito le loro colpe, descrivendo la rapina e dando una spinta all’identificazione degli altri due protagonisti Puzzo e Nuncibello. Antonio Puzzo quel giorno, era colui che guidò il furgone utilizzato per scappare, mantenendo i contatti telefonici con Di Martino mentre Marco Nuncibello era il terzo uomo del gruppo che entrò in gioielleria con in mano un sacco di juta, impossessandosi di monili dalle vetrine

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