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Santo Pitruzzella: “Risolvere la “Questione medica” deve essere la priorità”.

La scomparsa di Giovanni Buccoliero, medico morto improvvisamente mentre stava visitando i pazienti all’ospedale Giannuzzi di Manduria, riapre il dibattito sulla “Questione medica”, argomento trattato di recente durante la riunione svoltasi ad Agrigento tra i nove presidenti degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Omceo) di Sicilia e i vertici della Federazione nazionale ordini medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo). Una “questione” di rilevante importanza, considerato che i camici bianchi, a causa dell’ormai storica carenza di personale, sono sottoposti a turni di lavoro massacranti che, talvolta, hanno un drammatico epilogo, come nel caso della morte del dottore Buccoliero.

“Lo abbiamo detto più volte – afferma Santo Pitruzzella, presidente Omceo Agrigento – se non si procede con le assunzioni di medici, risolvendo le criticità poste alla base del blocco delle assunzioni, continueremo a registrare gravissime conseguenze, come nel caso del dottore Buccoliero. Una perdita difficile da accettare. L’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Agrigento è a fianco della famiglia Buccoliero che oggi piange la scomparsa di un uomo, di un medico che, ed è veramente il caso di dirlo, ha dato la propria vita in nome della professione. Professione spesso bistrattata da continui tagli, dalla mancanza di assunzioni che sfociano, inevitabilmente, in nefaste conseguenze. È ora di intervenire, senza se e senza ma, affinché si proceda nel più breve tempo possibile a risolvere i problemi della categoria a cominciare dal rimpinguamento delle magre schiere di medici, le cui amare conseguenze sono ormai sotto gli occhi di tutti”.    

A lanciare un appello alle istituzioni sanitarie è Piero Luparello, vicepresidente dell’Omceo di Agrigento.

“Ritengo sia necessario rimediare nel più breve tempo possibile alla grave carenza di organico – afferma – così da salvaguardare il personale in servizio sottoposto a ritmi di lavoro intensi; garantire l’opportuna qualità dell’assistenza sanitaria e distribuire al meglio le risorse umane attualmente in servizio, soprattutto in considerazione delle ferie estive capaci di acuire ancor più un problema che interessa tanto i medici, quanto gli stessi pazienti”.  

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