SCANDALO ARS – Le spese “folli” dei parlamentari siciliani

Quando si dice “è tutto un magna magna”. I contribuenti siciliani hanno pagato agli onorevoli tutto ciò che c’era da pagare. Persino i soldi dei fumetti. Livio Marrocco, ex capogruppo di Futuro e Libertà all’Ars, ha pensato bene di farsi rimborsare gli spiccioli per alimentare la sua passione per Diabolik: 179 euro e 40 centesimi.
E poi ci sono le borse Loius Vuitton e le cravatte Hermes. I gelati e i caffè. Già i caffè, quando deputati e dipendenti dei gruppi parlamentari dell’Ars non andavano alla bouvette dell’Assemblea, il caffè lo sorseggiavano nei loro uffici. Un buon espresso preparato con le cialde. Pagate anch’esse con quei soldi che devono servire, così impone la legge, per finalità istituzionali.
Il ciclone giudiziario travolge anche la Sicilia. Proprio com’era accaduto nelle altre regioni d’Italia. Il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e i sostituti Maurizio Agnello, Luca Battinieri e Sergio Demnontis si sono presi tutto il tempo necessario. E di tempo ce n’é voluto parecchio per spulciare faldoni e faldoni di carte sequestrate dai finanzieri del gruppo tutela spesa pubblica. E a giudicare dagli atti, altro che tutela della spesa. I tredici capigruppo della scorsa legislatura – l’inchiesta attraversa tutto l’arco parlamentare – hanno ricevuto l’avviso di comparizione davanti ai pm. Si comincia il 24 gennaio con Francesco Musotto.
Il 16 dicembre 2009 la signora Rosa Anna Restivo, dipendente del Gruppo Misto, digita il codice del bancomat in uno dei negozi più lussuosi dello shopping palermitano. Compra una borsa Louis Vuitton da 440 euro per conto di Giulia Adamo che del gruppo è stato il leader. Sulla ricevuta di pagamento c’è scritto “regalo x Sig.ra Ferrara x iniziat. Polit.”.
Gli onorevoli hanno la passione per il ristorante. La bouvette dell’Ars è la più gettonata. I prezzi sono abbordabili, ma a pagare non sono stati gli onorevoli ma il Gruppo. Onorevoli cenano e pranzano spesso fuori. Quasi sempre in compagnia. E, a giudicare dalle cifre, si tratta di lauti pasti. Sempre e comunque a spese del gruppo di appartenenza. Il 22 dicembre 2009, ad esempio, c’erano cento persone al ristorante La Scuderia di Palermo. La fattura è stata pagata su disposizione di Giulia Adamo. Cento euro a coperto. Totale 2500 euro.
Quando nel 2010 il figlio dell’ex assessore Nino Strano decise di convolare a nozze il Gruppo misto decise di fargli un bel regalo. Una coppa di argento comprata alla gioielleria Fecarotta di Catania. Mille e 600 euro per celebrare il fatidico sì. Una spesa che ora viene contestata alla Adamo in concorso con l’ex onorevole Guglielmo Scammacca della Bruca.
Tra le spese sostenute “per finalità non istituzionali” ce ne sono alcune davvero curiose: 1320 euro per l’acquisto di cravatte e carré di seta Hermes attinti dal fondo cassa del Gruppo Misto. Quelli di Fli, invece, spesero 79 euro per due termoconvettori. Due stufe.
Il suo nome era registrato nell’elenco dei clienti di uno dei più noti negozi articoli tecnologici. Un cliente di tutto rispetto. L’onorevole Totò Lentini, quando era al gruppo Misto, acquistò 8 I pad da Pick Up. Prezzo totale: 5.970 euro.
Nell’avviso a comparire recapitato ad Antonello Cracolici, capogruppo del Pd, ci sono i nomi di mezza classe dirigente del partito in Sicilia. Dal segretario Giuseppe Lupo al componente della segreteria nazionale Davide Faraone. Oltre un milione e mezzo usato per attività che secondo i pm non sono direttamente riconducibili al gruppo. Tutti i deputati avrebbero ricevuto “indebiti anticipi” per un totale di oltre 400 mila euro. Ma dalle casse dell’Ars partivano bonifici anche per esponenti del partito non eletti a Palazzo dei Normanni: da Mirello Crisafulli all’ex sindaco di Corleone Pippo Cipriani. E spuntano anche dei soldi che sarebbero stati pagati “in nero” a due collaboratori. Ma il Pd pagava di tutto, con i soldi del gruppo: dalle cialde per il caffé all’acqua, dai concerti a sostegno del partito ai sondaggi, fino ad arrivare ai regali di nozze (5.990 euro) e agli sms (20.816).
Non va meglio in casa Mps: il Gruppo ha pagato un pasto per 200 persone in un ristorante di Marineo e una consulenza da quattromila euro a una società della moglie del deputato Giovanni Greco. Il capogruppo dell’Udc e del Pid Rudy Maira è indagato per una serie di spese tra cui il leasing per due Audi A6. Al Pdl, invece, tra le altre cose si sarebbero fatti rimborsare anche la mancia di un euro in focacceria. Per quattro volte. E c’è anche il rimborso di una contravvenzione a un’auto intestata al capogruppo Innocenzo Leontini.

 

FONTE : Live Sicilia

 

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