Scatta sequestro beni per due famiglie tra Ribera e Burgio: inchiesta Carabinieri

Sequestrati beni mobili(contanti) ed immobili (terreni agricoli e fabbricati ) – per un valore di circa 90 mila euro – nei confronti di una donna di Burgio che avrebbe percepito illecitamente dei contributi Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) per la conduzione di terreni agricoli. Ma si trattava di terreni confiscati in base alla normativa antimafia e a causa di contratti di locazione a firma falsa. I proprietari di quei terreni erano ignari del fatto che la donna presentava dei contratti di locazione e dunque percepiva dei contributi per le campagne agricole 2015-2020.

A procedere al sequestro – disposto dal gip del tribunale di Sciacca, Alberto Davico, – sono stati i carabinieri del nucleo Operativo della compagnia carabinieri di Sciacca e del reparto Tutela agroalimentare di Messina. I sequestri di terreni e fabbricati sono stati fatti a Ribera, mentre il denaro era su conto corrente che la donna aveva a Burgio”. La donna, una impiegata, è stata iscritta nel registro degli indagati per il titolo di reato di truffa aggravata. Resta da capire come sia stata possibile l’esibizione di titoli che, in alcuni casi, erano falsi; in altri erano veri, ma riguardavano terreni che erano stati già confiscati a dei parenti della donna indiziati d’appartenere all’associazione mafiosa. “L’imbroglio era elaborato e durava da anni.

Accertamenti su un’altra donna hanno evidenziato che i reati erano andati in prescrizione. Al momento risulta solo la donna di Burgio indagata, sono al vaglio però altre posizioni su chi avrebbe dovuto accertare l’esistenza di titoli legittimi”. Il sequestro ha riguardato 37 mila euro in contanti su conto correnti e il resto, per immobili: terreni agricoli coltivati ad aranceto e un garage, a Ribera. I beni sequestrati sono stati affidati alla stessa donna indagata per i terreni legittimamente nella sua disponibilità, non quelli confiscati. Si sta cercando d’appurare se vi è stata complicità da parte degli enti certificatori – l’ente agricolo competente – dell’integrità dei titoli presentati per ottenere i contributi Agea.

“E’ stato accertato, anche tramite app satellitari, che questa donna aveva presentato delle richieste di contributi Agea per dei terreni che, almeno in parte, erano stati confiscati alla famiglia mafiosa a cui lei è legata da vincoli di parentela – ha spiegato, durante la conferenza stampa tenuta al comando provinciale di Agrigento, il colonnello Roberto Vergato, che coordina la compagnia dell’Arma di Sciacca – .

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