SICILIA – Irsap, Cicero: “300 milioni di debiti dalle Asi” Crocetta: “La nomina è legittima” [VIDEO]

Il presidente della Regione Rosario Crocetta è arrivato a Brancaccio alla sede dell’Irsap. Lo ha accolto il commissario Alfonso Cicero, che ieri ha denunciato di aver subito un atto intimidatorio. Il governatore è venuto a manifestare solidarietà. C’è anche il segretario generale Patrizia Monterosso.

“Non voglio fare i nomi di mezzi di informazione – dice Crocetta al cronista che gli chiede a chi si riferisse quando ha detto che ci sono organi di informazione che ‘giocano sporco’ – Laddove riterrò che gli attacchi siano sistemici mi rivolgerò alla procura della repubblica. Io presuppongo vi sia sempre la buona fede in chi scrive. Il mio ragionamento è di sensibilizzazione. Io sto dicendo: noi stiamo sfidando i poteri mafiosi. La stampa deve decidere se dare lo stesso spazio alla vittima e all’aggressore. Ho letto dei commenti su Provenzano commoventissimi in alcuni blog, chi è che si è posto il problema delle vittime della mafia? Nei commenti leggo di tutto: se io scrivo una lettera al direttore in cui dico viva la mafia, il direttore la pubblica? Se qualcuno mi insulta con commenti anonimi, questo non lo posso considerare casuale, ogni volta che faccio una denuncia sulla mafia. Io per quello che dico ci metto la faccia, chi mi risponde con un commento anonimo può dire quello che vuole. E io non so se quello è il figlio di Riina. E il giornale, scegliendo di pubblicare quel commento anonimo lo fa suo”.

“La mia famiglia sa che dobbiamo avere tanta forza – dice Cicero con la voce rotta dall’emozione -.  Ieri ho detto al presidente che mi dimettevo. Questa intimidazione è diversa perché arriva a casa mia. Ma voglio continuare a dare il mio contributo. Chi conosce Crocetta capisce che la Sicilia ha detto basta”.

“Stiamo trovando 300 milioni di euro di debiti delle Asi siciliane. Ma non ne risponde l’Irsap. Si soddisferanno con la vendita del patrimonio”, racconta Cicero.

Ho presentato innumerevoli querele – racconta Cicero -. Tanti amici da quelle parti non ne ho. Quei tre territori, Enna, Caltanissetta e Agigento, erano coperti da Palermo, da ambienti politici e non solo”.

Cicero continua a passare in rassegna le sue varie denunce quando era ai vertici delle Asi di Agrigento e Caltanissetta. Ora si sofferma sul “frigo-macello” della città nissena. “C’è una ditta sequestrata per mafia, perché di una prestanome di un mafioso, chiede il lotto e nel giro di due giorni glielo regalano, in comodato d’uso”.

Prosegue Alfonso Cicero “Il nostro impegno è fatto di atti concreti. Ad Agrigento, i dirigenti che ho licenziato non sono stati reintegrati. Fanno ricorsi, con la firma di ex assessori regionali, ma il mio curriculum è chiaro”.

“Ad Agrigento ho revocato sette lotti ad aziende che dovevano essere cacciate già prima che mi insediassi perchè raggiunte da informative antimafia. Un direttore generale di un ente mi mise in guardia dicendomi che la mafia favarese sparava”.

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