SICILIA – L’alluvione del 2015, pronti contributi per i danni [VIDEO]

Un milione e 400 mila euro per risarcire i privati danneggiati da piogge, frane e alluvioni del 2015, e in particolare fra il 16 febbraio e il 10 aprile. Lo stesso periodo in cui una frana ha fatto cedere il pilone del viadotto Himera, causando l’interruzione dell’autostrada Palermo-Catania. E altri ulteriori danni, quantificati a parte.

L’ordinanza firmata dal Capo del Dipartimento della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, e pubblicata in Gazzetta ufficiale stabilisce i criteri per accedere ai contributi. Insieme a quella per la Sicilia sono state firmate ordinanze per altre sedici regioni, 40 gli stati di emergenza riconosciuti in tutto a partire dal 2013 e causati da eventi di natura meteo idrogeologica.

Il risarcimento in arrivo riguarda i privati che hanno visto danneggiate le proprie case nelle province Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina e Trapani. Piogge eccezionali hanno provocato lo scorso anno movimenti franosi, esondazioni e danni a edifici e infrastrutture. Il finanziamento sbloccato però è solo una parte di quello previsto. Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza, il governo aveva nominato commissario delegato il dirigente della Protezione civile siciliana, Lillo Foti.

A lui il compito di individuare il fabbisogno stimato sulla base della ricognizione effettuata. Da quel piano è emerso che per risarcire i privati servono 2 milioni e 904 mila euro, per le attività produttive danneggiate altri 2 milioni e 303 mila euro.

I fondi disponibili per il 2016 si fermano però a un milione e 400, da qui la decisione di dare priorità ai privati anche perché la ricognizione dei danni subìti da imprese e attività economiche richiede tempi più lunghi. I danni che saranno risarciti subi to sino quelli subìti da case e beni mobili.

In particolare i contributi sono finalizzati innanzitutto alla ricostruzione nelle stesse aree delle abitazioni distrutte o alla loro eventuale realizzazione in altri luoghi. Fondi anche per realizzare in altre aree abitazioni non distrutte, ma oggetto di ordinanza di sgombero adottata dal sindaco.

I finanziamenti riguardano anche le riparazioni delle abitazioni danneggiate e il ripristino di parti comuni di edifici residenziali. Infine il risarcimento riguarda anche le spese connesse con la sostituzione dei mobili distrutti o danneggiati, ma in questo caso è previsto solo per i proprietari di prime case.

I contributi saranno riconosciuti sotto forma di finanziamento agevolato e saranno a totale carico dello Stato, attraverso un meccanismo di credito di imposta già sperimentato dopo i terremoti de L’Aquila nel 2009 e in Emilia Romagna nel 2012.

L’ordinanza del capo della Protezione civile stabilisce, inoltre, i limiti e le modalità di calcolo dei contributi concedibili per ogni differente tipologia. In particolare, nel caso di prima casa distrutta e da ricostruire è concesso un contributo fino all’80% del valore indicato e comunque nel limite massimo di 187.500 euro.

Per la prima casa da risistemare e per l’abitazione diversa da quella principale il risarcimento è fino al 50%, invece, e comunque nel limite massimo di 150.000 euro. Per le spese di demoli zione dell’immobile da ricostruire è inoltre concesso un ulteriore contributo fino a 10.000 euro.

I soggetti interessati, per accedere ai finanziamenti, dovranno entro 40 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta presentare la domanda al Comune dove si trova l’immobile danneggiato: le verifiche istruttorie saranno effettuate da Comuni e Regioni, mentre la qualità tecnica delle domande sarà assicurata dalla definizione di uno schema di perizia specifico.

On line, sul sito della Protezione civile, un dettagliato vademecum su criteri, prescrizioni, obblighi da rispettare. Una volta istruite e verificate le domande, seguiranno una serie di ulteriori delibere del Consiglio dei Ministri: serviranno a quantificare gli effettivi contributi riconoscibili, e sempre tenendo conto dei massimali stabiliti, autorizzeranno l’attivazione dei contratti di finanziamento agevolato.

Tempi diversi invece per gli imprenditori: in questa fase si procede infatti solo alla ricognizione dei danni che il maltempo provocò alle attività produttive, il risarcimento arriverà con i prossimi fondi.

I privati possono fare domanda entro 40 giorni dall’approvazione, da parte della Regione, della modulistica, operazione per la quale l’ente ha, a sua volta, 50 giorni di tempo. Saranno risarciti o danni alle strutture, ai macchinari e alle attrezzature e quelli per l’acquisto di nuove scorte.

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