SICILIA – SISTEMA GIACCHETTO, Gentile parla e si difende. Per Sparma una mazzetta anche per il viaggio di nozze

E’ durato quasi due ore l’interrogatorio di Luigi Gentile, l’ex assessore regionale alla Formazione professionale finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta sulla formazione che ha coinvolto politici, manager e imprenditori.

Gentile è stato interrogato presso la casa circondariale di contrada Petrusa, dal gip del Tribunale di Agrigento Ottavio Mosti, delegato per rogatoria dal Gip del Tribunale palermitano.

Dalle prime indiscrezioni trapelate Gentile si sarebbe difeso dalle accuse mosse dalla Procura palermitana con la produzione di documenti a sua discolpa. Si aspetta ora la decisione del Gip che dovrebbe decidere una modifica all’ordinanza di misura cautelare. E’ possibile che la difesa possa ricorrere al Tribunale del Riesame per ottenere l’annullamento dell’ordinanza di custodia in carcere.

Il provvedimento di arresto, come si ricorderà,  è stato firmato dal Gip Luigi Petrucci ed ha portato in manette anche un altro agrigentino, il dirigente generale della Regione ed ex assessore del governo Lombardo, Giammaria Sparma di Lampedusa. Di lui ha parlato il pentito Vitale, indicandolo fra i partecipanti al costoso viaggio in Tunisia, a cui presero parte Giacchetto, Gentile e Scalia,con le rispettive famiglie. Vitale ha riferito di aver appreso dallo stesso Giacchetto che questi aveva consegnato a Sparma una carta prepagata in occasione del suo viaggio di nozze negli Stati Uniti, caricata con la somma di euro 6.000 euro dallo stesso Vitale con denaro delle società del gruppo Giacchetto, oltre a 3.200 euro cambiati in dollari.

Un altro collaboratore sostiene di avere consegnato allo stesso Sparma, per conto del Giacchetto, la somma contante di 5.000 euro, oltre ad aver pagato più volte per suo conto, spese per lavori presso la sua abitazione privata. Peraltro si rilevava che Sparma abitava in un casa di proprietà di Giuseppe Amato, proprietario della società editrice locale Novantacento s.r.l. e spesso in affari con il Giacchetto.   Sparma usufruiva anche di un abbonamento a Sky intestato a Colli. Sempre Colli ricorda che la Ab Comunicazioni (una delle varie società del gruppo Giacchetto) si era aggiudicata un appalto di ben 2.000.000 euro insieme ad un’altra società per servizi pubblicitari commissionati dall’Assessorato diretto dallo Sparma. Gli altri elementi di prova, che dimostrano come egli abbia concretamente messo a disposizione la propria funzione e gli specifici atti del suo ufficio oggetto della corruzione. Vengono descritti alcuni episodi uno riguarda l’affidamento in via diretta di pubblicità dell’Assessorato da lui rappresentato sul Sole 24 Ore ad una società del gruppo Messina: questa condotta è contestata come truffa e falso. Come sempre il Messina ha praticato un ricarico alla Regione pari ad oltre 5 volte il costo sostenuto per comprare gli spazi sul Sole 24 Ore ed ha sostenuto di essere concessionario esclusivo della testata, quando non lo era. I funzionari sentiti hanno dichiarato che la responsabilità di questa commessa era di Sparma. Un altro episodio riguarda varie concessionarie di pubblicità, che hanno dovuto riconoscere laute commissioni alle società del gruppo Giacchetto, secondo le precise indicazioni di quest’ultimo, per la pubblicita dell’evento European Marittime Day Sicilia 2010, affidata loro al termine di una trattativa privata. Le irregolarità nell’affidamento della campagna pubblicitaria (si pensi al caso della Open Space concessionaria esclusiva dell’emittente radiofonica RTL 102,5, ma ovviamente non di tutta la pubblicità trasmessa alla radio) ed i benefici ricevuti dall’indagato fanno escludere che l’intervento di mediazione del Giacchetto presso i concessionari di pubblicità (qui dimostrato in via diretta dagli emolumenti percepiti proprio per questa sua opera) possa essere confinato ad un mero millantato credito (ovvero senza che egli potesse vantare una reale influenza sulle spese dell’Assessorato, essendo diversamente inspiegabile la fatturazione di diritti di agenzia) ovvero ad un episodio di traffico di influenze (che presuppone la circostanza che non sia stao accertato il mercimonio della funzione, invece in questo caso acclarato, peraltro proprio in capo al presunto “trafficante”, fermo restando che la giustificazione dei pubblicitari sul rapporto di agenzia fra l’Assessorato ed il Giacchetto appare, come si è già detto, poco credibile).

 

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