Siria, libere Vanessa Marzullo e Greta Ramelli.

ROMA – Sono libere Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due volontarie italiane rapite il 31 luglio scorso in Siria, nella provincia di Aleppo, dove erano arrivate con la loro ong Horryaty per aiutare la popolazione della parte settentrionale del Paese sconvolto dalla guerra. Il rilascio è stato annunciato via Twitter da account vicini alla resistenza anti-Assad. Per qualche minuto si è rimasti in uno stato di sospensione, con l’intelligence italiana che non smentiva e la Farnesina che non commentava. A togliere il condizionale, un liberatorio tweet diramato da Palazzo Chigi.

Secondo fonti governative, Greta e Vanessa arriveranno in Italia nella notte, l’atterraggio all’aeroporto di Ciampino è previsto intorno all’una di domani, anche se, precisano le fonti, l’orario è suscettibile di modifiche e potrebbe slittare. Ad attenderle troveranno il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.

La famiglia di Greta: “Renzi ci ha chiamati”. “Matteo Renzi ci ha telefonato per darci la notizia” racconta Matteo Ramelli, fratello di Greta, “la Farnesina ha fatto un lavoro fantastico, li ringrazio e ringrazio anche i nostri concittadini che sono stati meravigliosi. E’ l’ora della gioia, ora aspettiamo Greta a casa”. Il sindaco di Gavirate (Varese), che ha avuto un breve colloquio telefonico con la donna, riporta le parole della mamma: “Siamo felicissimi, non vediamo l’ora di riabbracciare nostra figlia”. Intorno alle 20,40, i genitori di Greta sono usciti in auto dalla loro villetta alla periferia del paese e si sono allontanati senza fermarsi, mentre i concittadini, passando in auto davanti all’abitazione, suonano il clacson in segno di giubilo.

Il papà di Vanessa: “Come rinascere”. Campane a festa a Brembate (Bergamo), il paese di Vanessa Marzullo. Il papà Salvatore a Rainews24: “Quella che sto vivendo è una gioia grande, mi sembra di rinascere. La notizia ufficiale l’ho ricevuta un’ora fa. Con l’ufficialità posso dire che finalmente è tutto risolto. Quando la vedrò le darò un grande abbraccio. Portiamola a casa e poi ci saranno tante cose da dirle”. Ringraziamenti per la Farnesina e il governo: “Hanno avuto la capacità di tenermi sereno”.

Presto interrogate dalla Procura di Roma. Vanessa e Greta saranno ascoltate dagli inquirenti della Procura di Roma non appena faranno ritorno in Italia. I magistrati, che sulla vicenda delle due volontarie avevano aperto un’inchiesta per sequestro di persona a scopo di terrorismo, sono in attesa di una informativa del Ros dei carabinieri e della Digos della polizia. Intanto la Farnesina su Twitter parla del rilascio come frutto di un “intenso lavoro di squadra”.

Un account Twitter vicino alla resistenza anti-Assad ha scritto che la notizia proviene da fonti giornalistiche siriane, aggiungendo che le due ragazze sarebbero giunte in Turchia domani mattina. Un altro attivista anti-Assad, Abu Yazen al-Naimi, più tardi ha affermato che le ragazze sarebbero già in territorio turco. La notizia del rilascio è stata rilanciata anche da Al Jazeera, che ha citato fonti del gruppo Al Nusra, braccio siriano di Al Qaeda ritenuto responsabile del sequestro.

Applausi e scontro alla Camera. Un grande applauso della Camera ha accolto la notizia, comunicata all’Aula dal ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. “Una bella, bellissima notizia che ci ha fatto tutti felici”, ha aggiunto la presidente di turno Marina Sereni. I gruppi di opposizione hanno chiesto la sospensione della seduta per far sì che il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni riferisca in Aula i dettagli dell’operazione. “Non c’è nessun motivo di sospendere la seduta, diamo un minuto a gruppo per commentare la notizia e informiamo il governo della richiesta” ha replicato Sereni.

Grasso: “Soddisfazione e sollievo”. Il presidente del Senato nell’esercizio delle funzioni del presidente della Repubblica, Pietro Grasso, in una nota ha accolto “con grande soddisfazione e sollievo” la notizia della liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo e ha “altresì espresso vivissimo apprezzamento per il costante e decisivo impegno che il Governo, l’Unità di Crisi della Farnesina e i Servizi di Informazione e Sicurezza hanno profuso al fine di ottenere questo importante risultato”.

Esposito (Copasir): “Vittoria della nostra intelligence”. “Oggi l’Italia ha ottenuto due grandi successi: la risoluzione ad ampissima maggioranza del Parlamento Europeo per il rimpatrio dei nostri due marò dall’India e la liberazione in Siria di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli. La nostra intelligence ha compiuto un’eccellente operazione riconducendo a casa due nostre connazionali, ora il governo riporti in Italia, con la collaborazione dell’Europa, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone”. E’ quanto afferma il vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito, senatore di Area Popolare (Ncd-Udc).

Media arabi: pagato riscatto di 12 milioni di dollari. Secondo la tv satellitare araba Al Aan, sede a Dubai, negli Emirati Arabi, il fronte Al Nusra avrebbe liberato Greta e Vanessa in cambio di un riscatto da 12 milioni di dollari. E spiega in un tweet di aver appreso la notizia da una fonte, senza precisarla.

Salvini: “Riscatto sarebbe vergogna”. “La liberazione delle due ragazze mi riempie di gioia ma l’eventuale pagamento di un riscatto che permetterebbe ai terroristi islamici di uccidere ancora sarebbe una vergogna per l’Italia”. Lo afferma il segretario federale della Lega Matteo Salvini. “Presenteremo oggi stesso un’interrogazione al ministro degli Esteri per appurare se sia stato pagato un solo euro per la liberazione delle due signorine”.

La rabbia dell’Is. Ma su Twitter corre anche la rabbia sugli account riconducibili allo Stato Islamico. “Questi cani del fronte Al Nusra rilasciano le donne crociate italiane e uccidono i simpatizzanti dello Stato Islamico”, scrive Muahhed al Khilafa sul suo account, dove si firma con l’hashtag dell’Is. “Forse le hanno liberate in cambio di donne musulmane detenute in Italia”, osserva Saad al Homeidi, altro islamista nel suo account.

Il rapimento. Era il 31 luglio quando si persero le tracce di Vanessa Marzullo, 20 anni, e Greta Ramelli, 21, rapite in Siria ad Alabsmo, vicino ad Aleppo. Le due volontarie lombarde avevano fondato il Progetto Horryaty ed erano entrate tre giorni prima in Siria da Atma, a pochi chilometri di distanza dal campo profughi omonimo.
Siria, libere Vanessa Marzullo e Greta Ramelli. "Nella notte in Italia"

Originarie una di Brembate, nel Bergamasco, e l’altra di Besozzo, in provincia di Varese, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli erano al loro secondo viaggio in Siria in poco meno quattro mesi: a marzo, la prima tappa del Progetto Horryaty le aveva portate a compiere un sopralluogo per capire il da farsi. Marzullo, 21 anni, studia mediazione linguistica e culturale all’Università di Milano, dove ha cominciato a imparare l’arabo oltre all’inglese. Sulla sua pagina Facebook racconta la guerra, mette foto di bombe e bimbi dilaniati, descrive la sua esperienza in Siria: l’ultimo ‘post’ risale al 16 luglio scorso.

Il 20 settembre la notizia, mai confermata, che Vanessa e Greta sarebbero state vendute due volte ad altri gruppi, ma senza finire nelle mani degli jihadisti sunniti dello Stato Islamico (Isis). La notizia veniva dal quotidiano libanese Al-Akhbar (anti-israeliano e considerato vicino alle milizie sciite di Hezbollah), che ricostruisce come le due giovani siano state attirate con l’ingano nella “casa del capo del Consiglio rivoluzionario di Alabsmo” con il giornalista de Il Foglio, Danielere Ranieri, riuscito a sfuggire alla trappola.

Siria, su Youtube il video di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo: “Siamo in pericolo”

Il 31 dicembre scorso, in un video di 23 secondi pubblicato su YouTube, le due volontarie supplicavano il governo italiano: “Siamo Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Supplichiamo il nostro governo e i loro mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in grande pericolo e possiamo essere uccise. I nostro governo e i mediatori sono responsabili delle nostre vite”. Poche ore dopo la diffusione del video, il ramo siriano di al Qaeda, al Nursa, aveva confermato di tenere in ostaggio le due ragazze.

FONTE: REPUBBLICA

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