Ss 189, incidente alle porte di Agrigento: muore racalmutese

Un’altra croce viene piantata lungo la statale 189 Agrigento-Palermo. Sono le ore 5.30 del mattino, onesti lavoratori dediti a portare a casa un pezzo di pane, purtroppo devono fare i conti con il destino che spesso si rivela fatale e crudele. Giuseppe Noto Campanella, 51 anni, di Racalmuto, sposato e padre di figli, vittima dell’incidente era alla guida dell’Opel nera, stava andando a  lavorare assieme al collega , C.P., 63 anni pure lui di Racalmuto e ricoverato in gravi condizioni all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.  L’incidente si è verificato, ai primi metri della famigerata strada della morte, a nord di Agrigento, in contrada San Giusippuzzu, appena sopra il cavalcavia che poi decolla verso Fontanelle. Le cause dell’incidente sono ancora al vaglio dei Carabinieri intervenuti sul posto. Lo scontro tra l’opel e la Fiat Panda guidata da un’agente di un istituto di vigilanza , S.A., di 29 anni è stato frontale e violento. Anche per lui c’è stato l’immediato e urgente soccorso verso il pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento, è in prognosi riservata ma non sarebbe in pericolo di vita.

La forte collisione ha ridotto le due auto principalmente quella guidata da Noto Campanellla che è morto sul colpo un ammasso di lamiere.

I due feriti, sono stati estratti dagli abitacoli fracassati, dai Vigili del fuoco che hanno divaricato le lamiere contorte delle due automobili ormai carcasse disintegrate. Sul posto hanno lavorato i Carabinieri e la Polizia, impegnati nei rilievi di rito e nel dirottare il traffico, poi sempre piu’ intenso in prima mattinata, sulle corsie parallele alla carreggiata della 189, ed i carri attrezzi della ditta Galvano che hanno rimosso i due mezzi ovviamente da rottamare. La notizia della morte di Giuseppe Noto Campanella a Racalmuto è balzata di buon mattino come un fulmine al ciel sereno. Una disgrazia che ha gettato nello sconforto una famiglia per bene ma anche i tanti amici e conoscenti che lo ricordano per la sua umiltà. L’amaro destino per chi la mattina si alza per lavorare ma non fa più rientro a casa. Un dolore troppo grande, una tragedia in cui non si può rimanere né fermi e nemmeno in silenzio ma solo frastornati e sbigottiti.

 

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