Stato d’emergenza: l’ipotesi di proroga al 31 gennaio

Il governo sta valutando la proroga dello stato d’emergenza Covid-19 al 31 gennaio 2021, secondo quanto apprende l’Adnkronos da autorevoli fonti. Un mese in più, dunque, rispetto alle ipotesi circolate negli ultimi tempi. La proposta sarebbe stata valutata, positivamente, nel corso della riunione tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione di maggioranza seguita al Consiglio dei ministri.

Stato d’emergenza: la proroga al 31 gennaio

Lo stato di emergenza, per ora fissato al 15 ottobre, taglierebbe così il traguardo di un anno, visto che venne decretato esattamente il 31 gennaio del 2020. Nel corso della stessa riunione sarebbe stata sottolineata anche la necessità di spingere sulla diffusione di Immuni, la app per la gestione del contact tracing dei contagi. Da qui, l’idea di una sorta di maratona tv, proposta dal ministro della giustizia e capodelegazione M5S Alfonso Bonafede, per convincere e spingere gli italiani a scaricare la app. 

Il Corriere della Sera oggi spiega che dall’inizio dell’epidemia 314.861 persone hanno contratto Covid-19: ieri il bollettino della Protezione Civile diceva che i contagi sono stati 1.851 in più rispetto al giorno precedente, quando l’incremento era stato di 1.648 casi. I deceduti sono complessivamente 35.894 (19 ieri, il giorno prima erano stati 24) e sono state dimesse 227.704 persone (1.198 ieri, martedì erano 1.316). Sono aumentati i tamponi processati in un giorno: sono stati 105.564, 15.379 in più rispetto a quanti ne ha contati il bollettino di martedì (90.185). 

Il suggerimento arriva dagli esperti del Comitato tecnico scientifico (Cts), nonostante i numeri dicano che la situazione è sostanzialmente stabile, e comunque in miglioramento, salvo novità delle prossime ore, soprattutto in riferimento alla riapertura delle scuole. Va meglio infatti anche per quanto riguarda i pazienti ricoverati con sintomi, che sono 3.047, in diminuzione di una unità rispetto al giorno precedente, mentre continuano a crescereipazienti in rianimazione: sono 280 in terapia intensiva, +9 rispetto al giorno precedente

Cos’è lo stato d’emergenza e le conseguenze su smart working e tamponi

Lo stato d’emergenza è una decisione, approvata da un atto parlamentare, attraverso la quale un governo si attribuisce maggiori poteri per fronteggiare un’emergenza. Con la crisi sanitaria del coronavirus, a partire dal marzo scorso in Italia lo stato di emergenza è stato introdotto e poi rinnovato più volte.

È sempre la Campania la regione con il maggior numero di casi positivi in 24 ore (sono 287). Seguono il Lazio, con 210, la Lombardia con 201, il Piemonte e la Sicilia con 170 (quest’ultima ha comunicato che dei 170 nuovi positivi, 29 sono militari della Marina sbarcati a Siracusa dalla nave Margottini). Nessuna regione o provincia autonoma ha registrato zero casi. I deceduti sono in Lombardia (4), nel Lazio (5), 3 sono le vittime in Puglia e in Sardegna, una in più in Piemonte, Veneto, Liguria e Sicilia.

Come abbiamo spiegato, a gennaio potrebbero essere disponibili le prime dosi del vaccino e questo potrebbe convincere l’esecutivo a muoversi avendo in mente la data del 15. Fino ad allora si andrà avanti con le misure “eccezionali”: dall’uso generalizzato dello smart working, agli acquisti accelerati dei beni per affrontare la pandemia (mascherine, camici, i banchi con le rotelle, ecc) che fanno capo al Commissario Domenico Arcuri, anche lui in scadenza qualora non ci fosse la proroga.“

Sullo smart working, spiega ancora il Sole, l’eventuale proroga, fino a fine anno, dello stato d’emergenza avrà impatti sulla disciplina semplificata, in vigore fino a metà ottobre, in deroga alla legge 81 del 2017, dettata proprio dalla necessità di prevenire possibili contagi in azienda. Ma le ricadute potrebbero riguardare anche l’uso della mascherina. Il rinnovo dello stato di emergenza, infatti, non solo prorogherebbe le regole attuali che prevedono l’obbligo della mascherina nei luoghi chiusi aperti al pubblico e all’aperto a partire dalle ore 18 e fino alle 6 del mattino in tutti quei luoghi dove è più facile la formazione di assembramenti come le piazze di ritrovo per la vita notturna. Ma potrebbe consentire, in caso di crescita dei contagi, di passare all’obbligo di indossare la mascherina all’aperto durante l’intero arco della giornata. 

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