Il gruppo, secondo l’accusa, è stato colpito proprio nel momento in cui stava tentando di riorganizzarsi, perché indebolito da diversi provvedimenti giudiziari.
Cosa nostra
La Dia ha sequestrato l’intero capitale sociale e i rispettivi beni strumentali di tre società a responsabilità limitata operanti nel settore del commercio di carni e alimenti in genere
Nella provincia di Agrigento si conferma la coesistenza di cosa nostra e della stidda, due realtà mafiose storicamente radicate nel territorio, sempre pronte all’individuazione e spartizione delle attività criminali da perpetrare sul territorio.
Sentiti 302 amministratori locali dei 391 comuni dell’Isola. La relazione è stata presentata in conferenza stampa a Palazzo dei Normanni.
Adesso, la Cassazione ha blindato il verdetto. E la «signora di Cosa nostra» è finita in cella per scontare i prossimi 11 anni di carcere.
Il brand di Cosa nostra sulla droga: è la scoperta dei carabinieri di Marsala che hanno sequestrato 13 chili di panetti di hashish con le foto dei boss Matteo Messina Denaro e di Totò Riina.
L’uomo era sfuggito al blitz dei carabinieri poiché si trovava in Germania ma si era consegnato ai militari una settimana più tardi.
Le operazioni “Xydi” e “Condor”, eseguite a distanza di un anno l’una dall’altra dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento e dai loro colleghi del Ros, fotografano i rapporti tra le cosche, talvolta caratterizzati anche da frizioni, tra Cosa nostra e Stidda.
Ferdinando Gallina, detto Freddy, classe 1977, colpito da tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e ritenuto responsabile di tre omicidi aggravati dalla finalità mafiosa, appartenente a “Cosa Nostra”, rientra in Italia dopo una battaglia per ottenere la sua estradizione durata quasi 5 anni.
Cosa Nostra agrigentina rappresenta una delle più solide roccaforti dell’organizzazione, e un ruolo minore, ma comunque di rilievo, viene occupato dalla Stidda.
Una vasta operazione dei carabinieri del comando provinciale di Catania è in corso in tutto il territorio nazionale per la cattura di 32 persone accusate di appartenere a Cosa nostra etnea.
Cosa Nostra agrigentina oggi è debole militarmente. Lo ha dichiarato il direttore della Direzione Investigativa Antimafia di Agrigento e vice questore aggiunto Roberto Cilona a margine della conferenza stampa in cui si è fatto il punto sulla relazione semestrale della Dia.
È il 29 maggio 2018, Totò Riina è morto da sei mesi. La nuova mafia si riorganizza. I carabinieri del nucleo investigativo tengono sotto osservazione una serie di boss, molti dei quali scarcerati dopo lunghe pene.
Alle prime luci dell’alba, la Polizia di Stato ha eseguito un fermo a carico di Leo Sutera, anziano boss di Sambuca di Sicilia, indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Mafia: prosegue l’Operazione “Montagna”. Arrestati nuovamente in 10. Erano stati rimessi in libertà a febbraio.
Confermate le condanne al processo “Addiopizzo 5”, ribaditi risarcimenti all’associazione e alle altre parti civili.
Il settimanale L’Espresso ha raccolto la testimonianza di un toscano di 45 anni con “vecchie amicizie con siciliani legati a Cosa nostra e calabresi”. L’uomo ha raccontato di averlo conosciuto al porto di Palermo
La relazione conclusiva della Commissione nazionale antimafia.
Sono tanti gli elementi che emergono dall’ultima relazione della DIA che ci consegna una fotografia sui mutamenti in seno a Cosa Nostra. Dinamiche che il direttore della Direzione Investigativa Antimafia di Agrigento, Roberto Cilona, ha voluto analizzare a margine di un incontro con la stampa.
Per l’accusa il Generale e l’ex Senatore fra i responsabili del patto tra lo Stato e Cosa Nostra all’epoca delle stragi. Invocati 16 anni per Bagarella , cinque nper Ciancimino jr.
I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Palermo hanno sequestrato beni per circa un milione e 600 mila euro riconducibili a boss e gregari di Cosa nostra.