Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, intervenuto a margine delle celebrazioni alla caserma Lungaro a Palermo in occasione del 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio.
strage via d’Amelio
Nel processo a quattro agenti accusati di depistaggio
Gli imputati sono accusati di calunnia aggravata dall’aver favorito l’associazione mafiosa Cosa nostra.
La strage di via D’Amelio fu un attentato di stampo terroristico-mafioso avvenuto domenica 19 luglio 1992, in cui persero la vita il magistrato italiano Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta , all’altezza del numero civico 21 di via Mariano D’Amelio a Palermo,
Ha scelto di rispondere in aula Annamaria Palma, ex pm del pool che indagò sulla strage di via D’Amelio, citata al processo in corso a Caltanissetta sul depistaggio delle indagini sull’attentato
La procura di Caltanissetta, che ha istruito il processo per il depistaggio delle indagini sull’attentato al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta, ha trasmesso una tranche dell’inchiesta ai colleghi messinesi perché accertino, se nella vicenda, ci siano responsabilità di magistrati.
Il 19 luglio 1992 un’autobomba esplose in via Mariano D’Amelio a Palermo uccidendo il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e cinque agenti della polizia di Stato che lo scortavano Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter, Cosina e Claudio Traina.
Per la corte d’assise di Caltanissetta i capimafia Salvo Madonia e Vittorio Tutino sono colpevoli della strage di via d’Amelio. Condannati a 10 anni i “falsi pentiti” Francesco Andriotta e Calogero Pulci, accusati di calunnia
Secondo la Procura di Caltanissetta i mafiosi Salvo Madonia e Vittorio Tutino sono stati responsabile della strage
Archiviata l’inchiesta sui funzionari Mario Bo, Vincenzo Ricciardi e Salvatore La Barbera.
A 21 anni di distanza dalla strage di via D’Amelio compare un documento dove si vede nitidamente una macchia rossa vicino a un cadavere: potrebbe trattarsi del diario del magistrato
Caltanissetta: 15 e 10 anni in abbreviato per i due collaboratori di giustizia, 12 al falso pentito Candura, colpevole di depistaggio
La procura di Caltanissetta ha chiesto, ieri, la condanna rispettivamente a 13 e 10 anni di reclusione per i collaboratori Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina imputati nel processo abbreviato per la strage di via D’Amelio, il 19 luglio ’92 a Palermo, in cui furono uccisi Paolo Borsellino e 4 poliziotti della scorta.
Il processo tra un mese a Caltanissetta: sotto accusa per la morte di Borsellino e degli agenti di scorta i capimafia palermitani Salvo Madonia e Vittorio Tutino, ma anche due falsi pentiti che depistarono le indagini
Sarà processato sul rito abbreviato Fabio Tranchina per il suo ruolo nella strage del 19 luglio del 1992, in via D’Amelio a Palermo, in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta.
Il giudizio immediato è stato chiesto dalla Procura di Caltanissetta, guidata da Sergio Lari, per il pentito Fabio Tranchina, autoaccusatosi assieme a Gaspare Spatuzza di aver avuto un ruolo nella preparazione dell’attentato di via D’Amelio.
Il boss accusato di essere uno dei mandanti dell’attentato a Borsellino è stato sentito dai magistrati della Procura nissena a L’Aquila
Spatuzza accusa un meccanico del rione Sperone. Il 46enne Maurizio Costa, oggi Lsu al Comune di Palermo, nega qualsiasi intervento sulla Fiat 126 trasformata in autobomba