Le indagini sono state avviate a seguito delle denunce degli imprenditori contro le richieste estorsive, aggravate da minacce spesso rivolte tramite messaggi telefonici.
tentata estorsione
A conclusione della requisitoria, la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, tramite il pubblico ministero Alessia Sinatra, ha invocato 4 condanne
La Corte di Cassazione ha annullato due delle tre ipotesi di tentata estorsione contestate al boss Antonio Massimino, ritenuto per anni al vertice della mafia di Agrigento
Le indagini sono state avviate a seguito delle denunce degli imprenditori contro le richieste estorsive, aggravate da minacce e tentativi di intimidazione.
Al padre sono stati inflitti 12 anni di carcere e 12 mila euro di multa , al figlio 7 anni e 7mila euro
I giudici della quarta sezione penale della Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Giacomo Montalbano, hanno disposto la condanna del boss Antonio Massimino, a sei anni di reclusione, e del suo braccio destro Liborio Militello a cinque anni.
Due persone accidentalmente gli rompono la canna da pesca con cui stava pescando in maniera amatoriale lui va in escandescenza, ruba il cellulare ad uno dei due e gli intima di ricomprargli la canna da pesca
I tre, in concorso tra loro, avrebbero organizzato una fiorente attività di spaccio di stupefacenti per rifornire la piazza di Ribera, soprattutto cocaina ed hashish, in viaggio da Palermo a Ribera in automobile, e poi ceduta al dettaglio, anche ad un minorenne, così come è stato documentato.
Il gip di Termini Imerese, Stefania Gallì, adesso ha disposto il giudizio immediato, saltando l’udienza preliminare.
I carabinieri di Licata hanno arrestato un 30enne per tentata estorsione e maltrattamenti in famiglia nei confronti dei propri genitori.
Simone Gennaro classe 2000, residente a Canicattì, già sottoposto a misura cautelare per altri reati, nel pomeriggio di ieri è stato colto nella flagranza del reato di tentata estorsione e ricettazione.
La polizia ha così arrestato tre persone, a conclusione di una indagine coordinata dalla Dda di Caltanissetta, con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e tentata estorsione ai danni un imprenditore di Aidone.
La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato la sentenza con cui, il 10 ottobre 2016, la Corte d’appello di Palermo condannò a 14 anni e mezzo di carcere, per associazione mafiosa, Anna Patrizia Messina Denaro, sorella del boss latitante Matteo Messina Denaro.
Un 48 enne, licatese, temendo per la propria incolumità, ha deciso di varcare il portone della caserma dell’Arma, descrivendo ai militari la vicenda in cui era rimasto coinvolto.
Avrebbe chiesto 30 mila euro a due imprenditori olivicoli di Castelvetrano spacciandosi per emissario di Matteo Messina Denaro. Per questo motivo i Carabinieri hanno arrestato per tentativo di estorsione un pastore di 67 anni di Campobello di Mazara, Calogero Randazzo.
L’autore del fatto criminoso, T.A., raffadalese, 18 enne, veniva arrestato in flagranza per “Tentata estorsione”.
Davanti al Gup del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, sono comparse come imputate l’avvocato Francesca Picone, 42 anni, e la sorella Concetta Picone, 44 anni, accusate estorsione e tentata estorsione.
Il terzo indagato è nativo della Città dei Templi, titolare di un impresa di impianti elettrici. Il suo nome sarebbe venuto fuori da una telefonata, tra Militello e l’imprenditore, intercettata dagli investigatori.
La Direzione investigativa antimafia e la Direzione distrettuale antimafia di Palermo hanno arrestato Antonio Massimino , 48 anni, e Liborio Militello, 49 anni, entrambi di Agrigento, indagati di 3 ipotesi di tentata estorsione
Si tratta di Ignazio Balistreri, 34 anni; Cesare Gennaro, di 42 e Marco La Vardera, 20 anni.
A Palermo i Carabinieri del Nucleo investigativo hanno arrestato 3 persone per concorso in tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso a danno del titolare di una concessionaria di automobili