Trattativa tra Stato e mafia indagato Calogero Mannino

L’on. Calogero Mannino è indagato dalla procura di Palermo nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa tra mafia e Stato. All’ex ministro Dc, già processato e assolto dall’accusa di concorso in associazione mafiosa, i pm contestano il reato di attentato a corpo politico dello Stato.
Mannino sarà interrogato lunedì prossimo dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai pm Nino Di Matteo, Paolo Guido e Lia Sava.

Avrebbe “esercitato pressioni su appartenenti alle istituzioni affinchè non fossero adottati e prorogati provvedimenti di 41-bis nei confronti di detenuti di mafia”: questo, secondo la procura di Palermo, sarebbe stato il ruolo dell’ex ministro Calogero Mannino nella trattativa tra Stato e Cosa nostra.

Nell’avviso di garanzia, notificato al deputato dalla Dia e firmato dal procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia e dai pm Lia Sava, Paolo Guido e Nino Di Matteo, non vengono evidenziate le fonti di prova sulle quali la Procura basa l’accusa. All’ex ministro la Procura contesta il reato di attentato a Corpo politico dello Stato aggravato dall’avere agevolato la mafia e dall’aver commesso il fatto con più di dieci persone. Mannino avrebbe agito “in concorso con i vertici di Cosa nostra e con pubblici ufficiali che hanno abusato dei propri poteri e violato i doveri inerenti alle loro funzioni per turbare la regolare attività dei corpi politici e amministrativi dello Stato italiano”.

Secondo la Procura, lo Stato per scongiurare omicidi di politici – Mannino sarebbe stato il primo nella lista dei delitti eccellenti messi dalla mafia in agenda – sarebbe sceso a patti con Cosa nostra facendo concessioni sul carcere duro e assicurando l’impunità al boss Bernardo Provenzano garante di una sorta di “tregua” nella stagione di sangue voluta dai boss e culminata nell’eliminazione dell’eurodeputato Salvo Lima nelle stragi del ’92.

“Leggo su un giornale web (viva il segreto investigativo) la notizia dell’avviso di garanzia che mi era stato notificato ieri dalla Dia per conto della Procura della Repubblica di Palermo. Se dopo 17 anni di processi dai quali sono uscito totalmente assolto debba sopportare la reitera di un pregiudizio assurdo ed infondato, com’é stato dimostrato per le accuse che mi hanno provocato anche la detenzione per due anni, mi lascia ancora qualche forza è gridare la mia indignazione”. Lo dice l’onorevole Calogero Mannino indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa tra mafia e Stato.
“Fantasticare – aggiunge – su qualche partecipazione al contesto della cosiddetta trattativa significa alterare i fatti, la loro rappresentazione anche dopo venti anni e tentare di fare di me il capro espiatorio di rappresentazioni da disinformazione, probabilmente quelle che hanno reso impossibile accertare la verità di quegli anni tragici”. E ancora: “Avrei ‘esercitato pressioni su appartenenti alle istituzioni affinché non fosse adottato, o non fossero prorogati provvedimenti di cui all’art.41 bis’. Se non fosse il testo dell’invito a comparire lo considererei o uno scherzo o un delirio – conclude – Ma vengo sottoposto ancora una volta ‘al martirio della pazienza’ La mia difesa ancora una volta sarà secca ed intransigente. Respingo nel modo più totale ogni sospetto ed anche impressione d’accusa”.

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