Tsunami in Indonesia, oltre 222 morti e 843 feriti. «Onde di 20 metri, decine di dispersi»

E’ salito a 222 morti e 843 feriti il bilancio dello tsunami in Indonesia, causato dall’attività di un vulcano noto come il «figlio» del leggendario Kratatoa. I dispersi sono almeno 28, secondo quanto riferisce il portavoce dell’Agenzia indonesiana per la gestione dei disastri; il presidente indonesiano Joko Widodo ha dato ordine al governo di prendere «immediate misure di risposta all’emergenza» e ha spiegato come il bilancio delle vittime sia destinato a cresce.

Dozzine di edifici sono stati distrutti da un muro d’acqua con onde di 20 metri, che ha colpito le spiagge di Sumatra Sud e della punta ovest di Giava verso le 21.30 locali di sabato 22 dicembre. Le autorità sostengono che lo tsunami sia stato innescato da un’ondata anomala dovuta alla luna nuova e a una frana sottomarina conseguente all’eruzione di Anak Krakatoa — uno dei 127 vulcani attivi che attraversano l’arcipelago —, che forma una piccola isola nello stretto di Sunda, tra Giava e Sumatra. Anak Krakatoa è una piccola isola vulcanica emersa mezzo secolo dopo la mortale eruzione del 1883 del Krakatoa.

L’onda di tsunami ha fatto strage anche tra gli impiegati della compagnia statale Pln, riuniti per celebrare la fine dell’anno. Le immagini mostrano l’onda devastante che si abbatte sul palco dove una band rock, i Seventeen, stava suonando per l’evento: il bassista è rimasto ucciso insieme al manager, altri 4 componenti del gruppo risultano tra gli oltre 80 dispersi nella tragedia.

L’Indonesia, una delle nazioni a più alto rischio sismico del mondo, si trova a cavallo della cosiddetta «cintura di fuoco» del Pacifico, dove si scontrano le placche tettoniche e si verifica buona parte delle eruzioni vulcaniche e dei terremoti del mondo. (Qui la spiegazione tecnica su che cosa sia la «cintura di fuoco»).

Le autorità indonesiane hanno diramato una allerta invitando i residenti delle zone colpite dallo tsunami a «stare lontani dalle spiagge». Lo riferisce la stampa australiana. Il capo dell’agenzia meteorologica, Rahmat Riyono, teme che sia «possibile un altro tsunami» poiché quello di ieri «è stato provocato da un’eruzione del vulcano Anak-Krakatau». «La possibilità di un secondo tsunami in caso di terremoto sono molto basse, ma qui si tratta di un’eruzione. Dobbiamo continuare a monitorare la situazione», ha detto, sottolineando che proprio per questa ragione non sono scattati allarmi preventivi ieri. In un messaggio postato su Twitter la Croce Rossa ha fatto sapere di avere 20 volontari sul campo che stanno portando aiuti e soccorsi. Sul posto, sono presenti, tra gli altri il capo missione e il coordinatore medico di Medici Senza Frontiere.

«L’Unità di crisi della Farnesina e l’Ambasciata d’Italia a Giacarta sono attive per prestare ogni assistenza necessaria ai connazionali sul posto». Lo riferisce un tweet del ministero degli Esteri, dopo lo tsunami che ha colpito l’Indonesia. E un messaggio di cordoglio è arrivato invece dal Vaticano «Il mio pensiero va, in questo momento, alle popolazioni dell’Indonesia, colpite da violente calamità naturali, che hanno causato gravi perdite in vite umane, numerosi dispersi e senzatetto e ingenti danni materiali. Invito tutti ad unirsi a me nella preghiera per le vittime e i loro cari», ha detto Papa Francesco dopo l’Angelus.

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